Tante le novità di quest’anno per il Cineteatro “Eduardo De Filippo” di Agropoli, a cominciare dalla gestione comunale per finire con le innumerevoli iniziative che ruotano intorno alle serate e agli spettacoli. Tra esse, vi è il laboratorio teatrale destinato ai più piccoli a cui dà il suo contributo una giovane attrice cilentana. Si tratta di Chiara Miranda, il cui curriculum è molto lungo e conta numerosi lavori sulle tavoli di numerosi e prestigiosi palcoscenici.
Chi è Chiara Miranda?
“Inizio il mio percorso di studio teatrale a partire dal 2011 seguendo, fino ad oggi, laboratori e workshop condotti da professionisti del settore, quali: Giovanni Meola, Gianni De Feo, Sergio Sivori, Mauro Avogadro. Dal 2016 al 2018 mi sono formata presso il corso biennale di perfezionamento per attori “Attore al Centro” condotto da Ettore Nigro, Michele Schiano Di Cola e Fabrizio Varriale; il principio attivo del suddetto corso è indagare l’umano nelle sue forme di contraddizione e fragilità, mirando ad uno sviluppo interiore/esteriore della persona/attore facendo si che quest’ultimo metta a disposizione del testo, lasciandosi vivere dal testo, il proprio corpo, le proprie sensazioni, le proprie emozioni, i propri pensieri. Nel 2019 entro a far parte della SCUOLA ELEMENTARE DEL TEATRO condotta da Davide Iodice; all’interno di questo percorso ho l’opportunità di formarmi attraverso due classi della scuola: la prima condotta esclusivamente dal Maestro Davide Iodice e nella seconda ha la possibilità di incontrare e confrontarmi con professionisti della scena del teatro nazionale, tra cui: Emma Dante, Danio Manfredino, Vincenzo Del Prete, Pierpaolo Sepe e tanti altri. Nel 2020 continuo il percorso di studio presso l’Università di “Suor Orsola Benincasa” prendendo parte al Master in Teatro Didattica e Pedagogia. Nel corso degli anni ho lavorato come attrice collaborando con diverse compagnie e produzioni teatrali del territorio campano, e come educatrice teatrale dal 2018 ad oggi presso la società cooperativa D.O.C. di Torino. Conseguo il Master in “Arteterapia applicata nei contesti scolastici” presso AtedoAcademy, ente di formazione accreditato dal MIUR”.
È cominciato ad Agropoli un laboratorio teatrale rivolto soprattutto ai più giovani. Come sta andando e quali sono le impressioni?
“Il laboratorio è iniziato nel mese di Novembre in collaborazione con l’attore Pierluigi Iorio e Francesca Del Mercato addetta al coordinamento delle classi. Ad oggi, a distanza di un mese dall’avvio dei corsi, il numero degli iscritti è decisamente raddoppiato. Il nostro scopo è quello di garantire uno spazio in cui ogni allievo possa apprendere l’arte teatrale ed usarla come mezzo per esprimere sé stesso. Come enunciava Jacques Copeau, regista e attore teatrale del primo ‘900: “Dall’esperienza del teatro nasce la volontà di fondare un luogo d’aggregazione che inizi non da attori ma da bambini e adolescenti, i quali vogliono essere educati con il teatro e al teatro; al teatro poiché il punto di arrivo è il teatro: lo sviluppo dell’abilità artigianale nell’uomo di teatro e lo studio delle arti e delle tecniche del teatro sono finalizzate alla creazione di un nuovo attore. Con il teatro poiché, attraverso il teatro (il teatro come mezzo), diamo vita a un vero e proprio luogo educativo: attraverso le tecniche del teatro, le esplorazioni nella danza, nel gioco, nei canti, nella ritmica, i bambini, gli adolescenti e tutti gli allievi si educano all’esperienza della vita, sviluppano quella consapevolezza di sé, dei propri mezzi espressivi, quella capacità relazionale, quella capacità di essere sinceri, autentici, da sapersi donare, di sapersi mettere in gioco con gli altri e di appartenere.”
Le parole di Copeau sono incise nel mio metodo e nei miei obiettivi.
Abbiamo raggiunto un risultato soddisfacente con la classe dei più piccoli, i quali esprimono sempre più entusiasmo, partecipazione ed interesse, intravedo in loro tutto il potenziale per poter costruire una compagnia di “infanti attori”. La missione futura è quella di coinvolgere sempre di più la generazione adolescenziale, al momento la classe che si è venuta a formare è dotata di forte sensibilità e dedizione al lavoro attoriale che coinvolge, in questa fase iniziale, un approccio conoscitivo verso sé stessi e verso l’Altro perché lo strumento principale dell’Attore è proprio Sé stesso, dal corpo all’emozioni. Sono molto soddisfatta di questi ragazzi!”.
Ad oggi, il teatro e la cultura rimangono dei rari valori su cui è doveroso investire. Da addetta ai lavori qual è la situazione?
“La situazione della promozione dell’arte e della cultura varia a seconda del contesto che andiamo ad analizzare, ci sarebbe molto da dire a riguardo, ma provo ad essere coincisa con la consapevolezza di non riuscire a dire tutto. Nel territorio cilentano tale promozione è decisamente migliorata nel corso degli ultimi anni. Sono nate diverse manifestazioni artistiche o prettamente teatrali che sono di gran valore culturale: garantiscono scoperta, conoscenza e, soprattutto, occasione di confronto e di crescita, tutte qualità che conducono ad un miglioramento crescente di proposta e risposta. Chi ha permesso questa evoluzione sono tutti addetti ai lavori con grandi esperienze, personalità di rilievo ma anche giovani, i quali hanno condiviso con il Cilento i loro percorsi di studio e formazione, competenze acquisite presso realtà artistiche presenti in altri contesti territoriali, tutti elementi che donano valore qualitativo alla personalità artistica e alle proposte che ne deriva. Il Cilento può ancora far crescere e migliorare la sua proposta culturale, l’esperienza ha dimostrato che se si adotta una scelta meritocratica per quel che riguarda le proposte e si gestiscono onestamente le risorse a disposizione, i risultati sono più che eccellenti. Ma la presenza di arte e cultura non si sviluppa in modo uniforme nel nostro territorio. Alcune località si sono mostrate aperte e accoglienti verso l’arte e la cultura, altre invece restano radicate in un sistema ormai vecchio e stantio, privo di preparazione e conoscenza utili da poter garantire alla propria popolazione, o al turista, questo tipo di sviluppo. Purtroppo non ci si rassegna al fatto che oggigiorno le persone viaggiano, superano i limiti delle proprie zone geografiche per poter conoscere cosa propone il mondo al di fuori di esse. C’è più conoscenza a riguardo e le amministrazioni o gli addetti ai lavori che sottovalutano il proprio ruolo subiscono poi l’inadeguatezza della propria figura professionale attraverso lo scontento generale del pubblico che assiste.
La situazione in Italia della promozione culturale, sia per quel che riguarda le performance o la crescita e lo sviluppo di scuole dedite all’arte, dovrebbe seguire il modello adottato da diversi paesi europei, in cui l’arte e l’artista vengono tutelati, sostenuti e promossi dallo Stato stesso per poter garantire a tutti i suoi abitanti di poterne usufruire. Qui in Italia si subiscono ancora i costi esosi di produzioni e allestimenti, i quali a loro volta ricadono sui costi dei biglietti rendendo l’accesso al mondo culturale solo ad alcuni e non a tutti. L’arte e la promozione culturale dovrebbero rientrare in un piano didattico statale, un servizio pubblico sovvenzionato e messo a disposizione dell’intera popolazione, ancor di più di quanto si faccia oggi. Non è utopia, è cosa che già accade altrove e qui, purtroppo, è un sistema ancora troppo poco sviluppato rispetto al potenziale che offre pur essendoci stati sostanziali migliorie rispetto al passato. Le scuole e i luoghi di formazione artistica in particolare, andrebbero tutelati maggiormente rendendo la frequenza accessibile a tutti per poter incentivare la conoscenza del settore e quindi l’interesse e la conseguente partecipazione”.
Cosa vuol dire oggi per un giovane lavorare nel teatro?
“Ogni esperienza è a sé. Qualsiasi settore lavorativo presenta i suoi limiti, difficoltà ma anche occasioni di crescita e stabilità. Lavorare nel settore artistico non è un’eccezione, l’artista è una figura professionale come tante altre. Il problema è che, il più delle volte, chi fa questo mestiere lotta ancora contro lo stereotipo che l’artista non è un mestiere, a meno ché tu non sia una celebrità. Il lavoro dell’artista ha un valore ed è lo stesso artista che deve riconoscerselo per essere riconosciuto a sua volta dalla società”.
Qual è il consiglio che si sente di dare a chi si affaccia a questo mondo?
Tutti i consigli utili e indispensabili che riguardano qualunque scelta professionale. Il concetto che accumuna queste scelte, secondo me, e che dobbiamo essere consapevoli di quale sia il ruolo che vogliamo ricoprire all’interno della società. Qual è il mio ruolo all’interno di essa? Cosa possa fare per gli altri? Cosa posso fare per contribuire all’evoluzione del mondo? Cosa sono capace di fare? Sono tutti quesiti che dovremmo porci prima di prendere qualunque strada. Scoprire i nostri talenti e seguirli a prescindere dalle aspettative altrui: solo noi siamo capaci di capire ciò che è meglio per noi, per farlo è necessario avere il coraggio di ascoltarsi e accettarsi. Quando prendiamo strade che sono in risonanza con il nostro essere sappiamo perfettamente come muoverci, superare gli ostacoli e sviluppare le nostre capacità mettendole al servizio degli altri. Il teatro, così come tanti altri settori lavorativi, richiede anzitutto studio, ricerca e confronto in modo continuativo e costante così da alimentare il proprio sviluppo creativo e metodico, mantenere alta la curiosità, informarsi e aggiornarsi, praticare l’arte mettendo a fuoco uno scopo. Quello che posso aggiungere a riguardo è che nel teatro, così come in qualsiasi settore artistico, lo strumento principale siamo noi: il nostro corpo, le nostre emozioni, il nostro modo di percepire il mondo e di analizzarlo. Per un’artista è naturale soffermarsi su un qualsiasi pensiero sovvenuto da una semplice osservazione o vissuto personale e da quel pensiero ne scaturisce l’opera. È importante mantenere una continua attenzione verso il proprio strumento e alla propria ricerca espressiva. Lavorare nel teatro, per me, vuol dire avere una continua cura e attenzione di sé e dell’Altro, curare la relazione con l’Altro da noi significa prendersi cura di ciò che vogliamo comunicare, cosa vogliamo trasmettere a chi entra in contatto con la nostra espressione; esiste una connessione sottile tra tutti noi e attraverso questa connessione possiamo trasmetterci messaggi, sensazioni ed emozioni che finiscono per avere un effetto su chi le accoglie, occuparsi della relazione con l’Altro significa proprio avere cura e attenzione verso le cause ed effetti che entrano nel meccanismo di queste connessioni, siamo responsabile di questo. L’Arte ha il potere di smuovere le coscienze, in un senso o nell’altro, questo l’Artista lo sa e deve saper gestire con responsabilità questo ruolo.
In ultimo, come vede il Suo domani?
“Non mi focalizzo molto sul domani. Vivo nel mio presente e costruisco giorno dopo giorno il mio lavoro. Attualmente, oltre a collaborare con Pierluigi e Francesca per la conduzione dei laboratori teatrali rivolti a bambini e ragazzi presso il Cineteatro di Agropoli, curo progetti educativi e artistici con l’associazione OINKLAB DI Agropoli; siamo un gruppo di giovani, ognuno con il suo bagaglio formativo, conoscitivo ed esperienziale, che vuole mettere a disposizione della comunità una serie di iniziative volte alla promozione culturale e attività sociali. Tali proposte riguardano diversi settori: concerti, teatro, educativa, fotografia, ecologia e così via. Vogliamo dare il nostro contributo per poter arricchire l’offerta sociale e culturale del nostro territorio coinvolgendo in toto le persone. La Compagnia del Mistero diretta da Giovanna Chirico e Raffaele Speranza è un altro progetto che ho molto a cuore. Di recente, oltre ai spettacoli in giallo, è stata aggiunta una nuova proposta, INDAGACILENTO: spettacoli itineranti nei borghi cilentani durante i quali il pubblico dovrà indagare su fatti misteriosi e delitti. È un progetto studiato e curato per promuovere la conoscenza del territorio, le cui storie vengono raccontate e ritoccate di giallo nei nostri spettacoli prettamente scritti e idealizzati da Giovanna Chirico e Raffaele Speranza. Altre iniziative sono in cantiere e altre ancora, come la mia collaborazione con la cooperativa D.O.C di Torino, sono ancora attive e continuative. Amo quello che faccio e questo mi conferisce la volontà e l’energia per poter portare avanti e concretizzare, nonostante le innumerevoli difficoltà, il mio contributo al mondo”.