Tre richieste di sconto di pena nell’ambito dell’inchiesta Due Torri 2 che lo scorso maggio portò all’arresto di cinque persone. ieri l’udienza preliminare davanti al Gup Piero Indinnimeo. Nello specifico hanno avanzato richiesta di ammissione al rito abbreviato il 46enne Francesco Marra di Scafati, il 48enne Alfonso Masullo di Cava de’ Tirreni, il 70enne Biagio Palumbo di Poggiomarino. Nel corso dell’udienza di ieri ha discusso anche il pubblico ministero titolare dell’inchiesta, Vincenzo Senatore, che ha avanzato la richiesta di rinvio a giudizio per gli altri indagati. Nello specifico il 48enne Alfonso Masullo, il 55enne Antonio Gaetano Galluccio di Tufino, il 59enne Salvatore Attanasio di Capaccio, il 53enne Leonardo Pinto di Nocera Inferiore, la 35enne Maria Pisa domiciliata a Scafati, Walter Passon di Udine; il 38enne Patrizio Ferrara di Cava de’ Tirreni, il pentito cavese Gerardo Adinolfi e l’imprenditore Mario Tedesco di Nocera Superiore. Secondo il teorema accusatorio gli indagati erano legati al boss Mario Fabbrocino ed il loro modus operandi era tipico dell’associazioni a delinquere di stampo camorristico. Non solo minacce ma anche incendi e sequestri di persona per convincere le vittime a pagare quanto pattuito. All’alba di ieri sono scattate le manette per cinque persone accusate, a vario titolo, di associazione a delinquere di stampo mafioso finalizzata alla commissione, mediante violenza, di incendi, estorsioni rapina con sequestro di persona, furti ricettazione e concorrenza illecita nel settore del «mercato del calcestruzzo». L’operazione nasce dall’inchiesta Due Torri ed è per tale motivo che è stata ribattezzata Due Torri 2. Nello specifico le indagini effettuate per quanto concerne l’affaire dell’assegnazione degli appalti hanno permesso di far luce sugli episodi criminosi commessi in danno di alcuni imprenditori. Come sottolineato dal sostituto procuratore, Vincenzo Senatore, non c’è nessun attinenza per il resto con l’inchiesta Due Torri e nessun coinvolgimento di politici (come si è verificato in relazione per la questione degli appalti). A capo del gruppo – sempre secondo l’ipotesi investigativa – vi era l’imprenditore Mario Tedesco, classe 1967 di Nocera Superiore, che opera in tutta Italia, con ramificazioni anche all’estero, in particolare in Marocco, dal 2002. Le indagini sono state avviate dal Ros nel 2008 dopo l’incendio di numerosi mezzi d’opera, d’ingente valore, della Società Nocerina Beton di Nocera Inferiore, aggravata da episodi minatori ai suoi titolari. Nel corso del sopralluogo, oltre a riscontrare la matrice dolosa dell’occorso, rinveniva un pupazzo impiccato ad un albero. Il giorno dopo successivo al titolare dell’impresa veniva recapitato un messaggio “Fai attenzione la mira si alza”. Secondo gli investigatori, il clan aveva un’ala operativa che si occupava di commettere danneggiamenti, minacce ed estorsioni, mentre un altro segmento era dedito ai furti, alle estorsioni (praticate con il metodo del cosiddetto «cavallo di ritorno») ed alla ricettazione.
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