Nocera Inferiore/Pagani/Sarno. Verso il giudizio dopo la notifica di 18 conclusioni delle indagini per altrettanti indagati che avrebbero inondato otto piazze di spaccio nell’agro nocerino sarnese tra cui Pagani, Sarno, San Valentino Torio e San Marzano sul Sarno. I fatti contestati risalgono al periodo 2017-2018. Le indagini, che si sono avvalse di intercettazioni telefoniche, messaggi e ambientali, hanno documentato centinaia di cessioni di cocaina e marijuana, gestite da una rete di capi piazza e pusher che operavano in modo autonomo. Tra gli indagati, una coppia di Sarno, che in due mesi avrebbe venduto cocaina attraverso accordi telefonici per poi consegnarla agli acquirenti o mediante il deposito della droga in un cestino o calandola da un balcone. Una delle zone di spaccio è stata gestita invece da un giovane di Nocera Inferiore e da uno scafatese: i due avrebbero operato a Pagani e San Marzano sul Sarno tra ottobre e dicembre 2017, vendendo Soprattutto cocaina. Un’altra piazza di spaccio era sotto il controllo di un pusher di San Marzano sul Sarno, che insieme al un complice è accusato anche di due estorsione. Le vittime, costrette sotto minaccia, dovevano versare somme quotidiane di 10 e 20 euro. A conferma dei reati le intercettazioni fatte dai militari. I due avrebbero anche tentato di rapinare un extracomunitario, fingendosi carabinieri, ma il colpo non è riuscito. Gli stessi sono accusati anche di ricettazione, in quanto avrebbero avuto la disponibilità di uno scooter rubato. Nel frattempo, le indagini della polizia giudiziaria hanno individuato altre piazze di spaccio, tra cui una a San Valentino Torio, dove sono stati documentati circa 20 episodi di cessione di cocaina, grazie a intercettazioni telefoniche e all’ascolto di alcuni assunti. Tra i capi piazza identificazione vi è anche un marocchino, coinvolto nella vendita di marijuana. Altri episodi di cessione di cocaina sono stati registrati a San Marzano sul Sarno, ad opera di un altro indagato, che operava anche nel comune di Pagani. Con la notifica dell’avviso di conclusione delle indagini, tutte le 18 persone ora sono attese da un’eventuale richiesta di rinvio a giudizio. Agli indagati non è stata contestato l’aggravante camorristico, nel senso che avrebbero agito senza favorire nessuna cosca.