Ad un mese dalla scomparsa di Fulvio Maffia - Le Cronache
Spettacolo e Cultura

Ad un mese dalla scomparsa di Fulvio Maffia

Ad un mese dalla scomparsa di Fulvio Maffia

Di Olga Chieffi

“La musica è la lingua che mi permette di comunicare con l’aldilà.” amava ripetere Robert Schumann. La musica sarà il quotidiano, continuo, misterioso tramite per re-incontrare Fulvio Maffia, non solo quando, chi lo ha conosciuto, aprirà la porta del mondo musicale, se mai si potesse mai chiudere, o rimanere in silenzio, ma stasera, in particolare, nella chiesa di San Giorgio, la chiesa degli angeli musicanti, ci ritroveremo alle ore 20, per continuare a ricordare Fulvio. E’ un giorno particolare questo che coincide con l’inizio dell’anno celtico, il momento in cui la natura, inizia il suo riposo e il primitivo, spaurito dalla morte della propria “mater”, già preparava la sua rinascita. Da qui il collegamento di Samhain alla festa dei morti. In realtà essa non è una festività legata ai defunti ma esattamente il contrario, è legata alla vita, alla grande dea che muore per poter rinascere. Per noi del Sud, che abbiamo un rapporto privilegiato con l’oltretomba, esso diventa il giorno in cui il velo che separa il mondo dei vivi da quello del soprannaturale si fa molto sottile, tanto da poter facilmente trapassarlo, così che le anime dei morti più facilmente riescono a raggiungere e far visita ai loro cari ancora in vita. 

 I ricordi li ritroveremo, ancora una volta vivi, nella chiesa in cui ha svolto l’ultima rappresentanza ufficiale, introducendo uno dei concerti della rassegna pianistica rachmaninoviana prodotta dall’Associazione Alessandro Scarlatti, ma come condensati e intrecciati, espressi nel linguaggio musicale che, come si va qui ripetendo, sembra il discorso stesso dell’inconscio. Saremo stasera trascinati nello sdoppiamento, nella frammentazione, l’ironia e lo sfasamento di piani discorsivi, dubbi, domande a volte inutili, la ripetizione, la densità da decifrare, la percezione familiare, a inventare un linguaggio nuovo, extra-ordinario per sanare la frattura dei vari livelli separati quotidianamente, per cui il passato convive con il presente e il mondo dei defunti e dei demoni coesiste con quello dei viventi ma, nella realtà, solo un viatico per noi e le nostre voci di dentro. Oggi, a distanza di un mese dalla scomparsa di Fulvio Maffia, quanti hanno il dono della Fede, potranno affermare che il nostro maestro d’amicizia è stata rapito agli uomini, perché «Divenuto caro a Dio, fu amato da lui» (Sapienza 4,10), continuando, così, ad attuare il suo messaggio di musicista dolce e acuto, nonché quel taglio del suo essere, pressantemente sociale di onestà e fiducia nel futuro e di solidarietà per il prossimo, che ha costituito il suo vero patrimonio spirituale, che lo ha fatto conoscere da tutti quale uomo brillante, estroso, carismatico. Di carattere aperto, ha sempre amato la semplicità e il ritrovarsi con i colleghi musicisti, dei quali ha rispettato sempre l’amicizia. “Dov’è più nero il lutto, ivi è più flagrante la luce” scrive Gesualdo Bufalino. Nel rinnovare commossamente  il profilo della sua umanissima figura d’uomo e d’artista, ci si stringerà ancora con grande affetto alla compagna Miriam Tortora e alla famiglia tutta. Sull’affiorare insistente, sottile e nostalgico di emozioni, colori, profumi, vivificati dall’ascolto di una specie di racconto, un filo di storia breve e, pur intenso, “pieno”, oggi reso disperato, e insostenibile, per la famiglia e tutti gli amici, dall’agire quieto, incessante e inesorabile, delle grandi leggi di natura, ci ritroveremo tra le note elevate dal clarinetto, di Aldo Botta, ancia pura, quella del ricordo e della nostalgia, alla ricerca dell’equilibrio e di una ingenua innocenza che non teme la deriva sentimentalistica, in un momento di comprensione e partecipazione nell’ampio respiro del disegno complessivo, che quel filo evocherà attraverso il love theme di Nuovo Cinema Paradiso di Ennio Morricone. La colonna sonora dell’Ordinarium Missae, sarà invece affidato all’organo di Carmine Rosolia, alle voci dei tenori Salvatore Minopoli e Gaetano Amore, unitamente a Valeria Feola, Chen I Ning, Giuseppina Bruno, Giulia Moscato, Marta De Marino e Rosaria Armenante, nel segno musicale di Marco Frisina.