Questa sera, alle ore 19, verrà celebrata in San Giovanni Battista a Vietri la messa di trigesimo, a seguire il concerto della Wind Orchestra del liceo musicale Alfano I. Un programma quello allestito dagli amici strumentisti, con i brani più amati dal giovane percussionista, a cominciare dalla marcia sinfonica “Cuore Abruzzese”
di Olga Chieffi
Quando la luce del mondo declina, l’uomo inizia a percepire se stesso come portatore di una luce invisibile, non soggetta a tramonto. In tal senso, il “dramma spirituale” di questa stagione, dell’autunno, ricapitola e sintetizza la vicenda della storia sulla terra: fine dell’età dell’oro, oscuramento del divino nella natura, morte, sorgere dell’autocoscienza, senso individuale di solitudine cosmica e di responsabilità. Oggi sarà celebrato il trigesimo di un giovanissimo strumentista, strappato dal fato ai suoi e ai nostri sogni, nella notte a cavallo del 24 e 25 settembre, su di una strada buia, “con le ali sotto i piedi” verso un appuntamento fatale con Atropo, dopo che Lachesi aveva preparato per il nostro Antonio un filo veramente troppo corto.
“Nessuno muore finchè vive nel cuore di chi resta”. E’ il motto di Ugo Foscolo, il quale nei confronti della morte cercava qualcosa di divino, pur non avendo il dono della fede. Se il ricordo fa rivivere l’uomo, Antonio avrà stasera la possibilità incontrare i compagni di scuola, della banda, nel luogo dove è stato iniziato alla musica, poiché dopo la celebrazione della messa di trigesimo che si svolgerà intorno alle 19 e sarà un rito “cantato” dai suoi docenti, seguirà, intorno alle 20,30, il concerto dell’ orchestra di fiati del Liceo Musicale Alfano I, che si unirà ad elementi del Liceo Marco Galdi di Cava de’ Tirreni e del Conservatorio “Giuseppe Martucci” di Salerno, diretta dal Maestro Giovanni D’Auria, istituto presso il quale Antonio era diplomando, titolare del leggio di percussioni di questa formazione. Per una strana coincidenza, ci piace vederla così, la cerimonia e il concerto di stasera ci porteranno a ricordare con Antonio, altre due figure del nostro mondo musicale, il Maestro Francesco Cardaropoli, scomparso il 21 ottobre del 2019 e il Maestro Antonio Florio che ci ha lasciati, solo fisicamente, due anni or sono, proprio in questa giornata, dopo aver vissuto la grandissima emozione e gioia della consegna a Giuseppe Gibboni del premio Paganini. Due maestri Francesco Cardaropoli ed Antonio Florio, legati a questo genere sin da piccoli. Il concerto di stasera sarà, infatti, inaugurato da una delle composizioni più famose ed eseguite di Franco Cardaropoli, “Celebration Fanfare”, una pagina energica e solenne, che farà esplodere la sezione brass della formazione, mentre l’Antonio Florio sassofonista nasce proprio qui a Vietri, affidato dodicenne dal padre Francesco all’amico trombettista Antonio Avallone, che aveva formato una banda di giovanissimi, “I ragazzi di San Giovanni”, offrendo loro gli strumenti per fare la gavetta e la disciplina necessaria ad ogni musicante, divenuta poi, un vero serbatoio di fiati per le classi del conservatorio. La scaletta del concerto prevede una pagina del più classico repertorio marciabile, quale “Cuore Abruzzese” di Giovanni Orsomando, marcia preferita da Antonio Senatore, ritenuto vero e proprio manifesto del suo genere, che rivela la grande tecnica compositiva e soprattutto creativa di Orsomando, che spianò la strada al rinnovamento e alla rinascita musicale della banda. Si procederà, poi, con l’Ave Verum Corpus K618 in Re maggiore composto nel 1791 da Wolfgang Amadeus Mozart, eccelso per la sublime aura mistica che emana e per la metafisica purezza del linguaggio, scritto nell’anno della sua morte, opera che è considerata uno dei momenti più alti del compositore austriaco, con la sua struggente e intima semplicità. Sarà la volta, quindi, della Messa Solenne in la maggiore op.12 di César Franck, capolavoro romantico della musica francese della quale verrà eseguito il Panis Angelicus, che offre una perfetta visione del miglior stile di Franck, in cui la potenza della melodia si fonde con l’istintiva ricerca di un’armonia allargata ai misteri del cromatismo. La musica è una Mission e verrà elevato il gran solo di oboe firmato da Ennio Morricone, il cui incipit non altro che una variazione sulla melodia dell’inno liturgico Veni Creator Spiritus. Seguirà una trascrizione dell’intermezzo dalla Cavalleria Rusticana di Pietro Mascagni, di grande impatto emotivo, che divenne modello della nuova, anche se effimera, stagione verista, capace di sospende rel’azione, elemento che sarà ripreso in seguito da Giacomo Puccini. Seguirà Condacum, composto in occasione del 25° anniversario dell’Arts Council nel distretto belga di Kontich, città natale del compositore Jan Van der Roost, una pagina originale per questa formazione, interessante in cui la storia di questa comunità belga è rappresentata nel suono. Ed ecco i proiettili volanti della celebrata polka schnell Freikugeln op.326 di Johann Strauss jr. cui titolo prende spunto dall’opera di Carl Maria von Weber Der Freischütz, riferendosi alle cartucce magiche del cacciatore. Finale affidato a “Virginia” del compositore olandese Jacob de Haan, una sintesi musicale che schizza i tre periodi che giocano un ruolo importante nella storia della Virginia: la colonizzazione, la schiavitù, a la Guerra Civile Americana, chiudendo con una vena ottimistica, poichè la composizione termina in maggiore. E’ questo un concerto che ha da trovarci “vivi” poiché raccoglie e racconta anni di attività “sul campo”, un fardello, che non intacca in nulla l’uomo che vive e che passa: tutte le arti, come la musica, hanno bisogno di “incrociare” lo sguardo, il giudizio, il dubbio del pubblico, per esistere.
Si deve restituire ora agli artisti che, stasera ricordiamo, la libertà che continuano regalare al nostro sentire, lasciando che le note scivolino dentro di noi, senza spingerle.