di Erika Noschese
Continuare ad indagare sulla natura del deposito per quanto riguarda l’acqua nera a Santa Teresa e adottare, nell’immediato, l’auto espurgo del materiale; verifica costante del riformarsi del deposito per individuarne la fonte; assorbimento dei reflui con idonea stazione di sollevamento nei pressi del chioschetto per captare i fanghi con recapito nella fogna comunale. È la replica dell’Ispra, il centro nazionale per le Crisi, le Emergenze Ambientali e il Danno che ha comunicato al Ministero della Transizione Ecologica l’esito delle indagini effettuate sui reflui rossi della Spiaggia di Santa Teresa a seguito della denuncia presentata dall’avvocato amministrativista Oreste Agosto nel mese di dicembre 2020. nello specifico, l’Ispra, dopo aver sottolineato la necessità di continuare ad indagare sulla natura e provenienza del deposito al fine di identificare e rimuovere la fonte, l’Istituto ha disposto di adottare – nel minor tempo possibile – le seguenti misure per prevenire la contaminazione delle acque del mare: auto-espurgo del materiale; verifica costante del riformarsi del deposito per individuarne la fonte; assorbimento dei reflui con idonea stazione di sollevamento nei pressi del chioschetto per captare i fanghi con recapito nella fogna comunale. A seguito di tali comunicazioni, il Ministero della Transizione Ecologica ha invitato il Comune di Salerno, la Provincia e l’Arpac ad adeguarsi tempestivamente alle disposizioni con immediato aggiornamento circa le azioni poste in essere. “L’Ispra ha tuttavia omesso di trasmettere copia della Relazione, comportamento gravissimo sia sotto il profilo del rispetto professionale che della trasparenza amministrativa e, incredibilmente, nulla ha detto della composizione chimica delle acque rosse, già definite ‘tossiche’ da Arpac e da un laboratorio di analisi per la presenza di ferro in misura addirittura superiore al 100% dei limiti di Legge. Tuttavia, al di là della sintesi comunicativa, l’Istituto lascia chiaramente intuire che i reflui rossi costituiscono un pericolo per la salute pubblica al punto da sottolineare la necessità di evitarne lo sversamento in mare – ha dichiarato Agosto – In definitiva, la Spiaggia di Santa Teresa non è balneabile ed è contaminata da agenti di cui non sono note conosciute origini e natura e di cui non è fornita la composizione chimica, benché nota. I Cittadini hanno il diritto di sapere e l’Amministrazione Comunale ha il dovere di dare risposte immediate e concrete”. Intanto, nel chiedere all’Ispra l’inoltro della Relazione completa, il gruppo La Città dei Semplici ha o invitato a porre in essere quanto necessario per risalire all’origine del fenomeno anche mediante rilevazioni radar all’interno del tratto tombato. “Nella mia veste di cittadino, mi riservo di agire a tutela della salute pubblica in presenza di eventi dannosi frutto di inaccettabili inadempienze”, ha aggiunto Agosto.