Accusata di corruzione e abuso d’ufficio Divieto di dimora per il sindaco Pisapia - Le Cronache
Giudiziaria

Accusata di corruzione e abuso d’ufficio Divieto di dimora per il sindaco Pisapia

Accusata di corruzione e abuso d’ufficio Divieto di dimora per il sindaco Pisapia

di Pina Ferro

di Pina ferro Divieto di dimora nel territorio comunale per il sindaco di Casal Velino, Silvia Pisapia, indagata dalla Procura di Vallo della Lucania per i reati di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, abuso d’ufficio e falsità ideologica. Nella giornata di ieri, i carabinieri della compagnia di Vallo della Lucania hanno eseguito l’ordinanza applicativa della misura cautelare personale del divieto di dimora nel comune di Casal Velino, emessa dal Tribunale di Vallo della Lucania al termine di una “Lunga e complessa attività d’indagine svolta dall’Arma dei c arabinieri sotto la direzione della Procura vallese”, spiega il procuratore Antonio Ricci. Dalle indagini sarebbe emerso che il sindaco Pisapia, “andando al di là dei compiti istituzionali connessi alla sua carica, si è inserito in provvedimenti non di sua competenza, gestendoli a proprio piacimento”. Il procuratore parla di “una macchina burocratica malsana, guidata e strumentalizzata con astuzia attraverso legami con collaboratori e titolari di cooperative aggiudicatrici di appalti pubblici”. Le indagini sono partite da alcune segnalazioni relative a presunte illegittimità intercorse nella procedura amministrativa relativa alla realizzazione dell’area Piano insediamento produttivo in località Vallo ScaloSecondo quanto ipotizzato dagli investigatori, i reati contestati sarebbero stati posti in essere “allo scopo di acquisire, in modo diretto o indiretto, il controllo di concessioni, autorizzazioni, appalti e pubblici servizi e, quindi, a realizzare profitti ingiusti attraverso la sistematica e illegittima attribuzione degli appalti a imprenditori ‘amici’ in cambio di un consolidamento del potere politico attraverso l’attribuzione ai “clientes” di posti di lavoro”. Una “logica di reciproca e mutua assistenza quella posta in essere – conclude il procuratore Ricci – con un solo inequivocabile fine, ossia quello di affidare illecitamente i servizi comunali inerenti la portualità, la manutenzione, la raccolta dei rifiuti, la refezione scolastica, nonché di accaparrarsi illegittimi permessi di costruire in zone particolarmente appetibili dal punto di vista edilizio”