di Erika Noschese
Non si placano le proteste dei genitori, degli alunni, insegnanti e dirigenti scolastici per il piano di dimensionamento scolastico messo in atto dalla Regione Campania, su disposizione del governo nazionale. Ben due le scuole che ieri mattina hanno manifestato il loro dissenso: Matierno e San Tommaso D’Aquino. I genitori dapprima hanno protestato dinanzi la scuola e successivamente si sono ritrovati sotto la sede di Palazzo di Città per un incontro con il sindaco Vincenzo Napoli e l’assessore alla Pubblica Istruzione Gaetana Falcone. «Siamo contrari all’accorpamento con il V circolo didattico di Ogliara, vogliamo restare come ora», ha dichiarato la signora Federica, mamma di uno studente. La scuola conta oggi duecento alunni circa e la richiesta è quella di fermare lo smembramento, restituendo autonomia all’istituto scolastico. «Se non dovessimo vincere questa battaglia siamo pronti a trasferire i nostri figli altrove, abbiamo già complicate le richieste di nulla osta che firmeremo qualora non dovesse esserci un cambio di passo – hanno aggiunto i genitori – La prima elementare quest’anno potrebbe non formarsi per carenza di iscritti, la nostra preside si sta impegnando per evitare la chiusura ma i nostri figli hanno bisogno di continuità, ne va della loro formazione». Il provvedimento adottato dalla Regione Campania la scorsa settimana ha salvato l’autonomia della scuola Vicinanza e dell’Ic Ogliara ma penalizza gli altri quartieri, a partire da Fratte che perderà il plesso di Matierno che sarà accorpato ad Ogliara. «Ci siamo ritrovati a perdere un punto di riferimento, la nostra scuola è un presidio sempre aperto. La scuola ha una storia e una memoria di accoglienza, inclusione, lotta alla dispersione, di contrasto alla povertà educativa che richiede progettualità», ha dichiarato Maria Ida Chiumiento, dirigente scolastica dell’Ic San Tommaso D’Aquino. La docente Anna Labriola parla dell’istituto di Fratte come di una «istituzione storica, la base dell’autonomia del territorio, della forza, della parola, dell’inclusione e toglierci questa istituzione significa renderci un dormitorio – ha aggiunto la professoressa – I genitori si sentono traditi e anche noi ci siamo sentiti traditi come scuola perché ci hanno tolto la nostra autonomia». A tutela della scuola anche Padre Rocco Caruso della chiesa Sacra Famiglia che ribadisce l’importanza di lasciare al territorio l’autonomia scolastica per un «rilancio, per nuove prospettive ai giovani. Far venire meno l’autonomia scolastica è sicuramente negativo». E poi l’attacco alla politica: «questa scelta evidenzia la mancanza di una strategia politica, non è questo il modo di decidere». I genitori hanno annunciato che andranno avanti ad oltranza con la protesta, con scioperi che potrebbero coinvolgere anche gli alunni. «I Dirigenti Scolastici che si sono succeduti nei miei 33 anni trascorsi in questa scuola, insieme ai team docenti che hanno operato e operano in questo territorio da diverso tempo, hanno compiuto encomiabili sforzi per far emergere la “memoria storica” del luogo, al fine di aiutare i ragazzi a vivere meglio il presente e progettare un futuro differente, recuperando il passato», hanno aggiunto poi i genitori dei docenti. Nessuna importante novità dall’incontro con il sindaco e l’assessore Falcone, stando a quanto emerso fino ad ora.