di Aldo Primicerio
Da quando – per raccontare il mondo – pigiavamo i tasti, dalla vecchia Olivetti fino alle ultime tastiere elettroniche, non ci siamo mai imbattuti in una confusione istituzionale come quella che si vive oggi in questo Paese. Il Presidente Mattarella, come si sa, ha firmato all’ultima ora la legge che abolisce l’art. 323 del codice penale, il quale puniva il pubblico ufficiale che, violando consapevolmente leggi regolamenti o l’obbligo di astensione, cagionava un danno ad altri o si procurava un vantaggio patrimoniale. Noi speravamo che lo rinviasse ai mittenti, Meloni e Nordio, perché sospetto di incostituzionalità. Poi c’è stata una modifica, un po’ risibile di cui accenneremo più avanti, ed il Capo dello Stato ha firmato. Nel 2020 questo articolo era stato modificato specificando che il reato non si poteva configurare in presenza di margini di discrezionalità amministrativa nell’adozione di un provvedimento. Ora questa disposizione viene cancellata del tutto.
Per spingere Mattarella alla firma, in corner ripescato l’abuso d’ufficio “per distrazione”
Il governo tuttavia, – con il decreto carceri – e qui comincia la confusione – ha reintrodotto una parziale copertura penale per gli abusi patrimoniali dei pubblici ufficiali. Si prevede però la pena da 6 mesi a 3 anni, quindi assai più lieve, per chi, sempre che non residuino margini di discrezionalità amministrativa nel provvedimento, danneggia terzi o si avvantaggia destinando somme di cui è in possesso a finalità diverse da quelle previste dalla legge. Si tratta di quello che prima del 1990 era detto ’peculato per distrazione’. A noi che siamo giuristi epidermici riesce difficile intuire cosa significhi. Forse è il sindaco che firma mentre risponde al cellulare, o sta scrivendo un Whapp, o una chat su Facebook? E ci sono anche novità nelle intercettazioni e nella tutela del cosiddetto terzo estraneo. Non dovranno essere riportate le conversazioni e i dati relativi a soggetti non coinvolti dalle indagini, se non considerati rilevanti per il procedimento. E nella richiesta di misura cautelare del Pm e nell’ordinanza del giudice non dovranno essere indicati i dati personali dei soggetti diversi dalle parti, salvo che ciò sia considerato indispensabile per l’esposizione degli elementi rilevanti. Il giudice dovrà quindi stralciare le intercettazioni che contengono dati relativi a soggetti diversi dalle parti, laddove non essenziali. Cambiano anche i preliminari. Il giudice dovrà procedere all’interrogatorio dell’indagato prima di disporre la misura cautelare, previo deposito degli atti, con facoltà della difesa di averne copia. L’indagato potrà così avere la possibilità di una difesa preventiva, prima di eventuali misure come la custodia cautelare in carcere. Ed infine i limit all’appello. E’ limitata la possibilità per il Pm di proporre appello contro le assoluzioni di primo grado, salvo i reati più gravi. Ora cosa accadrà? Che potranno essere revocate le oltre 3.600 condanne già passate in giudicato dal 1997 al 2022, a meno che non sia configurabile un altro reato. Inoltre si genererà un paradosso irragionevole: è ancora reato il fatto meno grave di omissione o ritardo di atti d’ufficio. Il pubblico ufficiale che omette o ritarda un atto è punito, quello che abusa no. Incredibile
Ora probabile comunque una procedura di infrazione dell’Italia davanti alla Corte di Giustizia Europea
Secondo Meloni-Nordio (una eredità da Silvio) l’abuso d’ufficio è un reato evanescente, con un effetto frenante sulle attività ammnistrative, e quindi da abolire. Secondo la Commissione Ue ha invece un forte impatto sull’efficacia della lotta alla corruzione, elemento centrale dell’UE nella sua Next Generation Eu. E’ quasi sicuro (e speriamo di sì) che l’Europa la stia già considerando una violazione di un obbligo internazionale e del diritto Ue. E l’Italia sarà l’unico Paese europeo ad averlo abolito. Una singolarità di cui è comprensibile che il ministro vada fiero ed orgoglioso. Occorrerà che gli italiani si accorgano una buona volta di tutte queste anomalie per togliere il voto a queste persone e consentire al nostro Paese di ripristinare la Costituzione, l’ordine, gli equilibri e la tolleranza, e di rientrare nell’alveo del diritto europeo. E sì, perché finora gli assedi e le bordate delle opposizioni non hanno sortito alcuno effetto. Le bandiere, gli urli in aula ed in piazza non hanno minimamente scalfito il fortino in cui è blindato il governo Meloni. Come ha scritto l’ex-deputato del Pd Mattiello, neanche una grinza. Sulle proteste contro l’autonomia differenziata che polverizza la Repubblica, contro il premierato che archivia l’equilibrio tra poteri democratici, la censura dell’informazione, la mortificazione della indipendenza e della efficacia della magistratura, contro la liquidazione del Sistema Sanitario Nazionale, l’umiliazione della scuola, l’occupazione della cultura, contro l’inadeguatezza delle politiche ambientali, l’arretratezza violenta e volgare sui diritti civili. Per mutuare il linguaggio di Mark Zuckeeberg, il mondo di oggi è diviso in due, quello del verso cioè quello reale o al massimo poetico, e quello del metaverso cioè uno spazio virtuale condiviso grazie alle piattaforme social ed agli ambienti digitali interattivi. Sembra che il governo di centrodestra viva in questa ultima realtà virtuale, e risponda quindi solo alla logica di quest’altra parte dell’universo. Vive – e pretende che la si viva anche noi – in una sorta di autonomia culturale distante dal modo di vivere dei più e dalla Costituzione repubblica ed antifascista
Dalla bordata dei balneari e la serrata degli ombrelloni il risveglio del governo, dall’apnea del metaverso
Infatti la storia è sembrata prendere un’altra direzione quando gli esercenti balneari hanno abbandonato il metaverso meloniano ed il record dl 30% dei consensi. Nella campagna elettorale di que anni fa gli industriali del sole-spiaggia hanno condivido i basta della Meloni: basta tasse, basta persecuzione fiscale, basta Europa, basta immigrati, basta toghe, basta intercettazioni. Poi il risveglio e l’accorgersi della presa in giro e della accelerazione verso i bandi sbilancia-balneari. E quindi dal metaverso il ritorno al verso, al magnifico e straordinario reale che, per fortuna, ha il suo baricentro nell’unico personaggio istituzionale in cui oggi crediamo e che amiamo, il Presidente della Repubblica.