di Andrea Pellegrino Dell’opposizione resta poco o niente in Consiglio comunale a Salerno. Ormai tre quarti dell’Assise è strutturalmente ed organicamente a servizio dell’amministrazione cittadina e quindi del sindaco facente funzioni Enzo Napoli che a sua volta è strettamente collegato e condizionato dal suo predecessore (decaduto) Enzo De Luca. E ieri i numeri, nel corso della seduta consiliare, hanno parlato chiaro. Anna Ferrazzano, un tempo candidata alternativa del centrodestra in città, oggi parla per nome e per conto dell’amministrazione comunale difendendola in più occasioni e votando, qualche volta, a suo favore. Paky Memoli, gruppo Udc, in più occasioni si è astenuta – anche ieri – ma il rapporto con la maggioranza è sempre più stretto, tant’è che si era pensato a lei come possibile assessore donna nel caso di un rimpasto, che per ora resta congelato. Alessandro Ferrara, invece, ex Udc è parte integrante della maggioranza: ieri la conferma con il suo sì al conto consuntivo. Con l’astensione di Antonio Cammarota, l’opposizione resta, considerata anche l’assenza in aula di Roberto Celano, con pochi voti da esprimere. Assente, a quanto pare giustificato, anche Salvatore Gagliano, che per ora non è identificabile in nessuno schieramento, seppur vicino in molte occasioni alle posizioni di De Luca. Insomma i punti all’ordine del giorno filano lisci come l’olio. Compreso il conto consuntivo che riceve solo il timido intervento di Raffaele Adinolfi che ammette l’inversione di tendenza ma non va oltre al dato portato in aula dall’assessore comunale al bilancio Alfonso Buonaiuto, in odore di nomina come capo staff in Regione, alla corte, dunque, di Vincenzo De Luca. Unico dato evidenziato dal coordinatore cittadino di Forza Italia è l’eccessiva pressione fiscale che ha oltrepassato la soglia di mille euro, in media, a cittadino e che sostanzialmente avrebbe equilibrati i conti, unitamente all’azione di recupero della Soget. Stando ai numeri del bilancio: 400mila euro l’avanzo (somma tutta vincolata) che segna il conto consuntivo che rispetta il patto di stabilità e porta a tre i parametri di deficit strutturale. «Questo significa – dice Buonaiuto – che il bilancio è solido. Inoltre abbiamo superato anche tutte le anomalie evidenziate dalla Corte dei Conti. Tutto questo, ricordiamo, anche con un taglio dei trasferimenti da parte dello Stato». Velocemente approvati gli altri punti all’ordine del giorno, tra cui il riconoscimento dei debiti fuori bilancio che ammontano a 1.472.000 euro (che verranno saldati in parte con l’accensione di un mutuo e in parte andranno a gravare sul bilancio 2016) e il conferimento delle quote di minoranza della società “Salerno Energia Distribuzione”.
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