Sui litorali salernitani ed in particolare su quelli cilentani sventolano le Bandiere Blu, vessilli che riconoscono l’eccellenza del mare, la pulizia delle acque, l’assenza di agenti patogeni ed inquinanti. Non tutta la costa salernitana è però uguale.
In zona Spineta nuova a Battipaglia, infatti, la bandiera che sventola è quella nera e non indica la purezza bensì l’assoluto divieto di bagnarsi. A deciderlo è la sindaca che Cecilia Francese che ha emanato un’ordinanza che vieta per l’appunto la balneazione in quella zona. Si tratta di una decisione preventiva ed infatti nel documento ufficiale affisso all’albo pretorio si sottolinea l’esito favorevole delle analisi svolte da Arpac nel mese di aprile e “il conseguente avvio della procedura volta a richiedere la riammissione alla balneazione della zona marina Spineta Nuova” nonostante ciò, però, “corre l’obbligo emettere ordinanza di divieto di balneazione”. La zona di mare interdetta alla balneazione è compresa nell’area che inizia a 200 metri dalla foce del Tusciano e termina 528 metri verso sud.
Motivazione? I parametri microbiologici degli enterococchi intestinali e dell’escherichia coli non sono nella norma e pertanto scattano le misure di sicurezza sanitaria ed ecco che quindi si rende necessaria l’interdizione. Quando stabilito dalla sindaca, giusto sottolinearlo, va a smentire la prima cittadina che aveva condotto quasi una crociata contro una locale realtà di informazione perché rea di aver parlato di non balneabilità del tratto. A dirlo, allora come oggi, sono i dati Arpac, talmente incontrovertibili che l’ordinanza è poi arrivata. A Spineta Nuova il bagno non si può fare perché è in pericolo la salute dei cittadini, checché ne dicano la sindaca Cecilia Francese ed i suoi accoliti, prontissimi ad attaccare la stampa ma meno pronti adesso a rilasciare dichiarazione. Ma questo elemento non meraviglia nessuno. Anzi. Salerno e il Cilento si godono le Bandiere Blu mentre Battipaglia vedrà un nero vessillo sulla sua costa. Non è quello dei pirati, che pure ci starebbe, ma quello che vieta l’attività balneare e turistica. Da parte di Palazzo di Città, arrivarono gli strali della sindaca che, offesa nel profondo, accusò la stampa di danneggiare gli operatori turistici salvo poi emanare l’ordinanza di cui sopra. Ma prima cittadina, e accoliti, a parte, qual è il problema? Perché in quella zona l’Arpac fornisce soltanto dati negativi?
La motivazione è da ricercarsi nel Tusciano che porta a mare scarichi inquinati ed inquinanti, frutto dei reflui di un depuratore che non funziona in maniera evidentemente ottimale. La speranza, ovviamente, è l’ultima a morire e si attende che il futuro porti risultati migliori e la revoca del nero vessillo. In parte dipenderà anche dalle correnti, ma il divieto c’è e altre parole divengono ora superflue da parte di tutti e in particolare da qualcuno.