di Olga Chieffi
George Bernard Shaw, scrittore e drammaturgo inglese: “L’Opera è quando un tenore e un soprano vogliono fare l’amore ma un baritono glielo impedisce”. Vero, ma è parziale. Essendo visto come character destinato ad ostacolare l’amore tra i due classici piccioncini gorgheggianti, nei vari triangoli amorosi non solo è quello che resta il più delle volte a becco asciutto, ma è anche colui che concretamente si mobilita per ottenere la donna desiderata, con metodi più o meno leciti a seconda delle epoche d’ambientazione. Tra i personaggi più famosi, Renato, il marito di Amelia de “Un ballo in maschera”, Riccardo de “I puritani”… Nabucco, si ricorda la perfidia luciferina di Jago, la viscida crudeltà di Scarpia, oppure Don Carlo, il fratello della sfortunata Leonora di Vargas ne’ “La forza del destino”. Ancora i padri, come Amonasro in “Aida”, il bigotto per eccellenza, Giorgio Germont de “La traviata” e Rigoletto, buffone spregevole a Corte e tenero genitore per l’unica prole, Gilda, uomini contraddittori e insidiosi, però sono una. il proconsole Sharpless, che cerca di destare Madama Butterfly dalla sua illusione d’amore per Pinkerton; Gianni Schicchi, abile di mente e di talento che ottiene parte dell’eredità dei Donati al fine di poter accasare la figlia con l’uomo che ama; Guglielmo Tell, eroe della patria. Ma il baritono è anche emblema della scaltrezza spassosa come Figaro, il barbiere di Siviglia, calcolatore, debole verso il denaro ma devoto verso il Conte d’Almaviva, irresistibile è anche Papageno, l’uccellatore de “Il flauto magico”: uomo semplice, si vede coinvolto in una missione più grande di lui quando il suo scopo è di vivere felice con cibo, vino, una mogliettina e tanti tanti… papageni e papagene, fa duo con Leporello nel Don Giovanni, che a sua volta, pure un baritono seducente è, e ancora Don Pasquale, Malatesta, il grande Dulcamara, Falstaff, Don Bartolo, Don Magnifico, Don Prudenzio, tutti i Don… Stasera, ospite del contenitore virtuale di Le Cronache “In prima fila con…”, alle ore 19, sui canali social di Le Cronache (https://www.facebook.com/events/288325299336548) e youtube (https://www.youtube.com/channel/UCJaOrPcGFKLxjQWMMDaiM4g) sarà il baritono salernitano Biagio Pizzuti, a delineare tutte le sfumature che riservano i personaggi che ha interpretato e questo timbro vocale, magnetico. Biagio di ritorno dall’incisione di una Traviata a Dresda e dall’esecuzione de’ “Il parlatore eterno” di Amilcare Ponchielli per la Fondazione Arena di Verona, si fermerà con noi per raccontarci cosa significa essere cantante lirico oggi. Biagio ha già molto da raccontare del suo percorso musicale, iniziato con gli studi musicali di pianoforte all’età di 8 anni e il diploma in pianoforte e canto lirico con menzione d’onore presso il Conservatorio G. Martucci di Salerno. Si è perfezionato con i nostri grandissimi baritoni, Rolando Panerai, Renato Bruson ed Alessandro Corbelli e ha frequentato l’Opera Studio dell’Accademia Santa Cecilia di Roma, sotto la guida di Renata Scotto. Il suo debutto ufficiale è stato al Carlo Felice di Genova con Gianni Schicchi e La Bohème di Puccini nei ruoli di Marcello e Schaunard e ha interpretato Gregorio al fianco di Andrea Bocelli nella produzione di Roméo et Juliette di Gounod, diretta da Fabio Luisi e registrata in Cd dalla Decca. Vincitore della LXIV edizione del prestigioso concorso As.Li.Co., aggiudicandosi il debutto nel ruolo di Dulcamara ne’ “L’Elisir d’Amore” di Donizetti, nei teatri del circuito l’anno successivo vince il Concorso internazionale “Comunità Europea” di Spoleto per il ruolo di Gianni Schicchi. È vincitore del 47° concorso Toti dal Monte di Treviso, per il ruolo di Enrico nella Lucia di Lammermoor, intraprendendo quindi una carriera che lo ha portato ad esibirsi in tutto il mondo Diverse le collaborazioni anche nell’ambito barocco, ha inciso, infatti, per la Deutsche Grammophon il Serse di Handel nel ruolo di Elviro, vincendo il prestigioso Premio Abbiati per la Discografia per l’anno 2018/2019, e per la Warner Classics & Erato l’Agrippina di Handel nel ruolo di Lesbo, vincendo l’Edison Klassiek 2020 e il prestigioso Gramophone Classical Award 2020 per la categoria opera.