Letteratura e film d’animazione. Questi i due topics ai quali Guido Mastroianni e Michele Citro, co-autore del libro, rivolgono la loro attenzione, non effettuandone una semplice e monodica disamina, bensì individuandone i punti di incontro ed esplicandone le reciproche influenze a un pubblico tendenzialmente propenso a subissare le effettive e, altresì evidenti, interazioni fra questi due microcosmi. “Il nostro lavoro – afferma Guido Mastroianni- nasce innanzitutto da una duplice passione, quella per il cinema e quella per la letteratura, che io e Michele condividiamo. Da sempre il cinema si è nutrito di letteratura: impossibile citare tutte le fonti a cui il grande schermo ha attinto per realizzare pellicole di ogni tipo. Il nostro intento, nello specifico, è quello di individuare parallelismi di qualsiasi genere tra il cinema di animazione, troppo spesso bistrattato dalla critica “alta” che lo etichetta frettolosamente come genere per i più piccoli, e le fonti letterarie che non sono sempre immediate da riconoscere. Ad esempio, il capolavoro della Disney, Il Re Leone, deve tanto all’ Amleto di Shakespeare così come il divertentissimo Hotel Transylvania intende parodiare Dracula di Bram Stoker. Nel vostro testo, ‘Cartoonlibro. Una storia della Letteratura attraverso il Grande Cinema d’animazione’, sono raccolte, in ordine cronologico, tutte le evidenze cosmogoniche concepite dall’incontro – e dallo scontro – fra i sistemi in oggetto di questa vostra sollecita analisi. Immaginiamo sia stato piuttosto difficile riuscire a reperire tutte le informazioni necessarie al fine di realizzare un testo quanto più compiutamente completo ed esaustivo possibile. “In effetti, la stesura del libro ha coperto un lasso di tempo non proprio brevissimo. Il lavoro da fare era su più fronti: innanzitutto una scrematura dei titoli. Non potevamo analizzare tutte le pellicole aventi la seppur minima influenza letteraria. E’ per questo motivo che abbiamo incluso nella parte finale dell’opera delle appendici dedicate ai film e alle serie tv, che abbiamo escluso dall’analisi. Io e Michele abbiamo poi lavorato su due binari paralleli: io mi sono occupato dei testi critici, che prevedono il confronto tra i film e i romanzi, mentre Michele si è concentrato sulle note tecniche, sulle notizie bibliografiche sugli autori e la ricerca delle immagini. Presa conoscenza del tuo dottorato in Lingua, Testi e Linguaggi in area Inglese e Statunitense, nel tuo libro hai preferito concentrarti solo sulla letteratura e l’animazione anglosassone, o ti sei concesso qualche libera escursione nelle letterature precipue di altri paesi del mondo? “In effetti, il progetto di questo libro affonda le proprie radici proprio durante gli anni del mio dottorato, durante i quali già cominciavo a pensare all’idea di una Storia della Letteratura inglese raccontata attraverso i film. Spostando l’attenzione sul cinema di animazione, ho preferito allargarne i confini, includendo classici italiani quali La Divina Commedia o Pinocchio, ma anche francesi come Notre-Dame de Paris, spagnoli come Don Chisciotte e titoli più recenti e contemporanei. Volevo che questo testo diventasse un punto di riferimento per tutti gli amanti della Letteratura di ogni genere e nazionalità”. Vi è una, o più sezioni del libro che ti han tenuto incollato allo schermo del tuo pc per più giorni, magari facendoti desiderare di non esserti mai barcamenato nella sua scrittura? “Quando ti cimenti con un lavoro così imponente e continui a portare avanti tutte le tue attività lavorative e associative, è impossibile non provare qualche momento di sconforto. Ritrovarsi di fronte al pc dopo una giornata di lavoro intenso è sicuramente dura. Tuttavia, la passione per l’Arte, che contraddistingue la mia vita, ha sempre avuto la meglio, spingendomi sempre ad andare avanti. In particolare, durante la pandemia e il primo lockdown, mi sono ritrovato solo a casa, privato di tutto quello che facevo. In quel momento, la realizzazione del libro è diventata un balsamo lenitivo, un modo di continuare a frequentare l’Arte anche vivendo isolati da tutti”. Altre che, invece, hai scritto di getto, come se ispirate da quello stesso stream creativo che in principio generò quei capolavori di cui hai deciso di scrivere? “Ovviamente ci sono dei film e dei romanzi che amo particolarmente, che mi accompagnano sin da quando ero piccolo, e che hanno fatto da traino per tutto il lavoro. Io mi definisco un Peter Pan ormai adulto che ha i piedi ben piantati a terra, che però non ha smesso mai di sognare, un po’ come Robin Williams alla fine di Hook di Steven Spielberg. Il cartoon della Disney ispirato al capolavoro di Barrie è stato proprio una delle prime sezioni a vedere la luce, caratterizzando il tono dell’intero volume”. Come è stato lavorare in tandem con Michele? Il lavoro di squadra fa per te o ti definiresti più un tipo da ‘chi fa da sé fa per tre’? “Come ti dicevo prima, il lavoro con Michele è stato ben organizzato sin dall’inizio. Abbiamo due personalità forti, ma l’uno rispetta l’altro: ci siamo ritagliati i nostri spazi di scrittura, individuando dei momenti di riflessione comune e scambio culturale. Inoltre, mi sento di ringraziare Michele perché questo progetto è nato durante una chiacchierata informale ad un premio letterario durante il quale entrambi eravamo ospiti. Lui ha immediatamente appoggiato il progetto, diventandone poi parte essenziale e indissolubile. Il viaggio di CartoonLibro è appena cominciato: speriamo di presentarlo in giro per l’Italia non appena si potrà, facendo sognare il nostro pubblico con queste storie senza tempo”.
Gaetano Del Gaiso