Un dono multimediale dal titolo “Liberis Manibus” che ci permette, ogni giorno, attraverso un codice Qr di sfogliare o ascoltare un libro della biblioteca.
Di Olga Chieffi
La vita di una biblioteca si costruisce inevitabilmente in relazione al contesto: non può esimersi dal leggere e accompagnare l’evoluzione della società, per coglierne richieste e risorse, per declinare in modo efficace la propria attività culturale. Il Liceo Classico “Francesco De Sanctis” di Salerno, ha festeggiato con una splendida agenda interattiva i vent’anni di vita della propria biblioteca, un contenitore pubblico, uno scaffale aperto a tutti, un passo avanti nella direzione della democratizzazione della conoscenza, dell’accesso alle informazioni, del pluralismo e della laicità del sapere. Pronunciare la parola biblioteca, cuore pulsante del liceo, significa parlare di conoscenza come bene comune come «uso civico», come proprietà collettiva, significa creare le condizioni perché i saperi taciti, impliciti, non codificati dei contesti locali trovino modo per essere riprodotti, trasmessi, replicati o, in una parola, valorizzati in quello specifico contesto; significa contribuire al contrasto dello strabismo divergente – una pesante e crescente disuguaglianza sociale – fra chi è in grado di accedere alle risorse informative e chi non lo è, significa partecipare in una dimensione «situata», ovvero territorialmente e socialmente circoscritta, alla produzione e alla codificazione di saperi che possano superare i limiti di quel contesto Una colonna portante dell’ipotesi di «biblioteca sociale» consiste nel coltivare un ambiente aperto, ricco di occasioni in grado di connettere, mescolare e amalgamare mondi diversi. La biblioteca, intitolata al mai dimenticato professore di filosofia Michelantonio Sena, è soprattutto questo, con i suoi eventi, che fanno vivere questo piccolo, grande atanor, dalle pareti vive. Esiste un legame stretto tra il pensiero filosofico dell’esistenza e della ragione umane e il sapere del progettare-costruire, entrambe hanno un comune, e fondamentale riferimento, lo spazio. Noi uomini della fine ereditiamo il concetto di spazio come extensio, con esso Cartesio pensava lo spazio quale pienezza e continuità della materia e, quindi, quale medium del movimento, del tendere avanti a sé, quale sinonimo dell’amplificazione. La biblioteca determina una cosa come cosa-per-l’uomo, che diventa condizione dell’esistenza, punto di riferimento dell’esperienza, l’esistenza razionale, e, quindi assumendo la caratteristica comunicativa o sociale di “luogo familiare”. In occasione del ventennale è stata pubblicata un’agenda “magica” “Liberis manibus” e inaugurata una mostra fotografica, un’idea della Dirigente Scolastica dell’istituto , Cinzia Lucia Guida, e dei docenti Vincenzo Schiavone e Dario Ianneci he curano tutte le iniziative della biblioteca. L’agenda, che ci accompagnerà per l’intero anno, è multimediale, su ogni pagina, c’è un codice QR che consente di ascoltare i podcast dei libri, realizzati dai docenti e dagli alunni, o ascoltare un audiolibro, inoltre è impreziosita da 56 immagine fotografiche realizzate dalla professoressa Anna Giordano, protagoniste della mostra allestita in biblioteca essenza dell’intero progetto. in un’epoca di smaterializzazione dei supporti, è fondamentale chiedersi non come possiamo continuare a promuovere libri, ma piuttosto come promuovere pensieri, dando più importanza all’opera rispetto al contenitore in cui è inserita: porre – insomma – l’accento sulle idee, creare la possibilità di condividerle, farle girare, far sì che possano crescere e far crescere, attraverso pagine cartacee e virtuali. Uno spazio, la biblioteca del liceo salernitano, che, attraverso l’agenda e le nostre mani, può considerarsi il segno, nel suo divenir parola, suono, immagine, che diventa di-segno, archè, principio in quanto da-dove della progettualità, essenziale punto di dipartimento di ogni pensiero che, per essere se stesso deve discernere, giudicare, orientarsi, criticare e che, che porterà tutti noi ad entrare in biblioteca.