L’arte e l’espressione nascono non dalla fissità del giudizio, ma dalla comprensione profonda di come l’interazione tra i soggetti possa portarci ad una nuova visione e ad una nuova umanità
Cara Identità,
singolare ed oltraggiosa, quasi anacronistica di questi tempi! Questa tua idea di indipendenza, di unicità lussureggiante come il verde smeraldo più prezioso! Questo governo di te ha paura, ti vuole smarrita nell’epoca di oscurantismo, così la parola si fa obsoleta e la voce diventa una sola…Attività non essenziali sono i colori che un governo malato non riconosce, come la gamma di espressioni come stelle di cui è composto il firmamento! L’identità oggi è un artista dimenticato, un poeta che abita le sue parole, lo spazzacamino dei temporali come Govoni diceva, un esule in una terra straniera. Ma l’identità resta scritta tra le pagine profetiche di Pasolini, la cultura può esistere sempre e solo al plurale, come dialogo tra culture differenti, che si rapportano secondo la loro comune appartenenza all’universale umano. Solo chi dispone di un’identità culturale può rispettare quelle altrui e misurarsi dialogicamente con esse. Forse, la tua voce è da cercare ancora nella forza di un dissenso, nel coraggio di un pensiero libero, e nell’arte che è sempre l’ espressione di una anarchia.
Marco Vecchio