Occorre un programma forte, credibile, che coinvolga le forze sociali ed economiche, che ci porti sensibilmente più avanti. Forte il ruolo delle Donne, che occupano cariche molto importanti
L’Unione Europea ha previsto per l’Italia tra prestiti e contributi a fondo perduto 209 miliardi. Ora occorre un programma forte, credibile, volto al futuro, che coinvolga le forze sociali ed economiche. Un programma che non ci riporti dove eravamo, ma ci porti sensibilmente più avanti. Lo Stato deve intervenire utilizzando l’occasione della crisi, per realizzare un adeguato ammodernamento della struttura produttiva che comporti la sicurezza sul lavoro, la lotta ai cambiamenti climatici e la transizione verde, la prevenzione dei danni connessi al dissesto idrogeologico, l’ammodernamento delle infrastrutture (con particolare riferimento al Mezzogiorno), la digitalizzazione per contrastare i ritardi del paese nell’economia della conoscenza e della società dell’apprendimento. L’emergenza epidemiologica da Covid-19 ha evidenziato le distorsioni, le iniquità e le discriminazioni presenti nel mondo del lavoro e nella società. Queste incidono negativamente sulla vita delle persone, anche sulla qualità del nostro sistema socioeconomico e sulle prospettive di crescita del Paese. A pagare il prezzo più alto in termini di diritti sono soprattutto le donne e tra queste coloro che hanno contratti precari, che vivono e lavorano nelle aree più svantaggiate, e le madri in particolare. I principali moltiplicatori delle disuguaglianze di genere sono la mancanza di una effettiva inclusione sociale e il divario territoriale con una quota di donne occupate al Sud che è la metà rispetto al Nord, e con alcune regioni meridionali dove una donna su due è a rischio povertà. Le risorse messe in campo dall’Europa devono essere impiegate in quelle direzioni. E’, per noi un momento favorevole, abbiamo visto il protagonismo efficiente e fondamentale delle donne nel contesto europeo, in un momento economico difficile penso alla Presidente della Commissione Ursula Von Der Leyen, alla presidente della BCE Christine Lagarde e ad Angela Merkel; in una situazione così complessa le loro capacità e il loro lavoro sono stati indispensabili. A tale proposito Il 10 dicembre prossimo la presidente della BCE Christine Lagarde annuncerà ulteriori misure di sostegno ai Governi che hanno dovuto mettere mano al portafoglio per fronteggiare la seconda ondata della pandemia. I programmi della BCE verranno ampliati e saranno prolungati oltre il giugno 2021. Nella sua recente intervista a Repubblica il Presidente dal Parlamento Europeo David Sassoli ha proprio ripreso questi temi proponendo di andare oltre, raccogliendo la sfida per costruire un’Europa sociale e solidale permanente. A ciò occorre aggiungere il risultato delle elezioni presidenziali in USA. E’ stato sconfitto Trump. Il populismo è andato in crisi, una donna è diventata per la prima volta Vice Presidente, Kamala Harris. Insomma le donne rappresentano uno straordinario potenziale per un cambiamento vero, per realizzare una società efficiente e solidale basata sul serio sull’eguaglianza di genere e questo fa certamente presupporre anche una svolta economica per il nuovo corso degli Stati Uniti, dove i democratici hanno in programma un investimento di 3.000 miliardi per il salvataggio dei comuni in bancarotta e per il sostegno degli americani in difficoltà. In campo fiscale i democratici dovrebbero far approvare dal Congresso la revoca dei tagli concessi da Trump e l’aumento delle aliquote sui redditi annui superiori ai 400.000 dollari. Al contrario di Trump il nuovo presidente è più aperto al commercio internazionale, come dimostrato dai trattati di libero scambio approvati durante l’amministrazione Obama, tra cui quello con la Cina, che vuole mantenere nella sostanza cambiando solo qualche punto. La Harris dunque si presenta come paladina dell’unità del Paese contro la pandemia e le disuguaglianze sociali, da americana con origini indiane e giamaicane. Nella sua forza si è immedesimata la maggioranza delle donne americane. Il suo ricordare che non sarà l’ultima è un messaggio potente alle donne di tutto il mondo, aldilà delle appartenenze. Significa possiamo farcela che si possono spezzare quelle convenzioni consolidate che resistono e persistono. Questo è anche fondamentale per la questione sociale ed economica. Stiamo vivendo una crisi violenta, questa seconda ondata è anche peggiore della prima per la sovrapposizione di rischi sanitari e crisi economica. C’è bisogno di crescita dell’economia, di produrre salute, e al tempo stesso di costruire coesione sociale. C’è bisogno di una nuova visione sui tanti temi che dettano oggi l’agenda politica. Le donne hanno dimostrato di essere particolarmente efficaci in questi ambiti. Sono state anche quelle che più sono rimaste colpite da questa crisi in termini di occupazione e sovraccarico di lavoro di cura e che già partivano da una situazione svantaggiata. Devono scendere in campo a tutti i livelli, perché l’uguaglianza di genere sia realmente una priorità di azione. Dal 1 dicembre il G20 sarà a presidenza italiana, è importante che queste questioni vengano sottoposte all’attenzione delle politiche dei rispettivi paesi. Il nostro Paese ha la grande occasione di mettere l’uguaglianza di genere tra le priorità. L’avanzamento dell’occupazione femminile significa crescita del Pil e riduzione della povertà. Agire verso l’uguaglianza di genere significa agire per la crescita e operare per il benessere di tutti, contribuendo così anche alla tenuta e all’ arricchimento delle nostre democrazie. Se vogliamo che le donne avanzino in tutti i Paesi del mondo è necessario che i diritti delle donne siano messi in agenda come diritti di tutti.
Alessia Potecchi Responsabile Dipartimento Economico PD Milano Metropolitana