“La sentenza emessa – all’esito di giudizio abbreviato – dall’Ufficio del Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Salerno assolve ‘perche’ il fatto non sussiste’ Guido Pisano, Renato Pisano, Ciro Pisano e Ugo Pisano dai reati di scarico di acque reflue inquinanti, gestione illecita di rifiuti speciali pericolosi, emissioni nocive in atmosfera, danneggiamento di beni pubblici, gettito di cose idonee a molestare le persone, violazione della normativa antincendio e della sicurezza dei luoghi di lavoro”. E’ quanto afferma il presidente delle Fonderie Pisano, Guido Pisano in una nota in seguito alla sentenza emessa in giornata dal gup Maria Zambrano che ha assolto anche gli imputati Setaro e Fossati a cui venivano contestati i reati di abuso d’ufficio e falsita’ ideologica in atti pubblici. “La sentenza, dunque , assolve gli imputati persone fisiche da otto capi di imputazione su nove, condannandoli solo per la contravvenzione di gestione illecita di rifiuti non pericolosi ( cosi’ derubricando l’originaria contestazione ). La sentenza esclude, inoltre, la responsabilita’ amministrativa delle Fonderie Pisano & C. SpA ‘per (tutti) gli illeciti amministrativi alla predetta persona giuridica contestati, perche’ il fatto non sussiste’. La sentenza rigetta la richiesta di risarcimento del danno di tutte le persone fisiche (erano centinaia) che si erano costituite parti civili, riconoscendo cosi’ l’inesistenza di danni alle persone fisiche intervenute nel processo”. Per il presidente dello stabilimento la sentenza riconosce “la totale estraneita’ delle Fonderie Pisano rispetto al paventato quadro di inquinamento del territorio e di compromissione della pubblica incolumita’ sbandierato per anni – senza alcun fondamento – da soggetti collettivi e singoli individui che evidentemente hanno preso iniziative e intonato dichiarazioni totalmente esulanti da ogni reale ricognizione dei fatti. In queste ultime ore dobbiamo, purtroppo, constatare la diffusione di interpretazioni – a commento della sentenza – totalmente dissaldate da essa e tali da indulgere verso una sua mistificazione”. La famiglia Pisano (rappresentata in giudizio dagli avvocati Giulia Buongiorno, Guglielmo Scarlato, Lorenzo Lentini, Enrico Follieri e Alfonso Furgiuele) ha, poi, ricordato di aver scelto il rito abbreviato “con l’unica finalita’ di accertare con prontezza la totale estraneita’ dalle responsabilita’ di cui ai reati contestati”. “La sentenza e’ una risposta, sia pure circoscritta al primo grado, a quanti hanno rappresentato le Fonderie come luogo produttore di effetti nefasti per il territorio e per le persone che lo abitano. L’intonazione di ricostruzioni evocanti effetti tragici ancora una volta si infrange su pronunce dei Tribunali e, cio’ nonostante, continua a sfogarsi sugli organi di informazione, laddove, evidentemente, e’ piu’ facile sfuggire al confronto con la cruda verita’ dei fatti e delle prove”. La famiglia Pisano, infine, ha spiegato che “resta ferma l’intenzione di procedere a una nuova localizzazione del sito produttivo, ricordando l’assoluta estraneita’ delle Fonderie Pisano rispetto a situazioni non corrispondenti al rispetto delle normative vigenti”.
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