“Ci troviamo in una fase molto delicata. Se non osserviamo un minimo di regole, rischiamo. Perché la salute è prioritaria”. E’ questo il pensiero di Andrea Prete presidente di Unioncamere alla luce degli ultimi dpcm che, di fatto, propongono un giro di vite alla movida, ma anche agli esercizi commerciali. Un passo indietro, che fa ricordare i giorni caldi del lockdown nazionale. “Pur essendo a difesa dell’apparato economico, così come sto facendo, mi sento dire che economia non ci può essere senza salute e tranquillità sanitaria? A questo punto dico che bisogna rispettare e farle rispettare le regole”, aggiunge deciso. Per Andrea Prete, dunque, è fondamentale mantenere una rigida osservanza delle regole per evitare pericolosi salti del gambero nell’epidemia. “Capisco le esigenze degli operatori per quanto riguarda le disposizioni sulla movida e sugli orari degli esercizi di ristorazione, ma in questo momento non possiamo allentare completamente la guardia. – riprende il presidente di UnionCamere – In questo momento la situazione è di grande attenzione e non possiamo far finta di nulla, che niente stia accadendo. La guardia deve restare sempre alta”. Ma resta il problema dei controlli, con lo stesso Prete che punta l’indice accusatore, proponendo anche soluzioni che potrebbero dare buoni risultati. “La chiusura è stata fatta ma di controlli ne vedo davvero pochi. – riprende il presidente di UnionCamere – Quello che percepisco, in questo momento, è una carenza decisa dei controlli. Personalmente, ritengo che sia anche esagerata la multa di mille euro. Mi spiego, se fosse di 100 euro forse, avrebbe maggiori effetti o almeno quelli sperati. Perché, magari, sono anche gli stessi controllori che, visto il particolare momento che stiamo attraversando dal punto di vista economico, che non si sentono di arrivare alla sanzione di mille euro. Qui non si tratta di fare cassa ma di dare quei segnali adeguati che poi la gente ricorda. Con una multa bassa, si può andare a colpire anche più persone contemporaneamente. Bisogna essere assolutamente più rigidi”. Controlli decisi, dunque, anche in quelli che sono gli orari di chiusura degli esercizi commerciali senza cercare la scappatoia che, alla resa dei conti, può mettere in seria difficoltà un’intera comunità. “Ho ricordato che durante il lockdown l’apparato manifatturiero ha dato prova di grossa responsabilità. – afferma Prete – Ricordo che le fabbriche che hanno lavorato in quel periodo hanno rispettato rigidamente i protocolli e non mi sembra che vi siano stati problemi di contagi. Allora dico che le regole ci sono e chi le deve far osservare le faccia rispettare”. Resta, comunque, una sacca di ribellione, con i “negazionisti” che in questo frangente stanno facendo sentire alta la propria voce. “E’ allucinante la ribellione della gente alle regole. – chiosa il presidente Prete – Gente che non vuol capir che la loro ribellione crea rischi per la salute degli altri. Voglio dire che con i nostri atteggiamenti noi siamo responsabili della salute degli altri e in quanto tale, dobbiamo essere anche noi stessi a chiedere il pieno rispetto delle regole”.
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