Ricordiamoci di tutte le persone che stanno salvando l’Italia e soprattutto non smettiamo di costruire il nostro domani.
Di Rosanna Coppola
Dal 1889 ogni anno il primo maggio si celebra la festa dei lavoratori. Ma che cos’è il lavoro? Il lavoro, come recita il primo articolo della Nostra Costituzione, è il principio su cui si basa la Repubblica Italiana; nell’articolo 4, inoltre, il lavoro è visto come diritto e dovere di ogni cittadino, ciò vuol dire che lo Stato deve sviluppare le condizioni idonee affinché ciascuno possa esercitarlo, contribuendo alla crescita sociale e materiale del Paese. Questo è quanto afferma la Nostra Costituzione; purtroppo, però, da qualche tempo a questa parte il lavoro non è più visto come un principio fondante . Ci sono sempre più persone che sono costrette, o per sopravvivere o per scelta , a lavorare in nero o che addirittura si prestano ad affari loschi . tanti, disperati, con una famiglia da sfamare, per garantire ai figli il minimo indispensabile e sopravvivere si affidano a chi dolosamente gli tende la mano, la criminalità organizzata. Secondo me, lavorare “sporco” è una scelta, non una forzatura; tante persone pensano che sia l’unica strada, perché non hanno un idoneo grado di istruzione o più semplicemente perché è la strada più facile per poter guadagnare. Eppure là fuori, nelle nostre città, tanti mestieri stanno scomparendo perché sempre meno persone vogliono farli. Nelle circostanze in cui ci troviamo adesso, parlare di lavoro è difficile. Molte persone da un giorno all’altro sono state costrette a chiudere i propri negozi, botteghe e, molto probabilmente, finita l’emergenza non li apriranno più. Tanti lavoratori, messi in cassa integrazione, ricevono dallo Stato quei pochi soldi che servono giusto a fare la spesa. Tanti altri, invece, stanno rischiando la vita per far andare avanti l’ Italia. Ci son tutte le forze dell’ordine che dall’ 8 marzo a questa parte fanno controlli ogni giorno. Ma in questo giorno particolare, in circostanze particolari, dobbiamo ringraziare i medici, gli infermieri, gli operatori sanitari che ogni giorno dall’alba fino a notte fonda combattono contro l’emergenza con tutte le loro forze. Tanti, che oggi voglio chiamare eroi, sono morti. Molti si sono infettati sul posto di lavoro e da un giorno all’altro sono passati dal curare all’essere curati. In questo periodo di quarantena, però, oltre che pensare al lavoro degli altri, sto pensando anche al mio futuro. Vorrei diventare un importante chirurgo. Molte volte, nel corso di questa quarantena, ho pensato di voler andare ad aiutare chi stava salvando me, ma, data la mia giovane età, non ho potuto fare granché. Spero che il mio sogno si possa realizzare e, come il mio, che anche quello di tutti i giovani che in questo periodo hanno dovuto mettere un freno ai loro sogni e progetti. In questo giorno importante- io di certo lo farò- ricordiamoci di tutte le persone che stanno salvando l’Italia e soprattutto non smettiamo di costruire il nostro domani.