di Andrea Pellegrino
Sulla vicenda espropri delle aree per la realizzazione del termovalorizzatore di Salerno toccherà al giudice ordinario esprimersi. Questo quanto stabilito dal Tribunale amministrativo regionale con due sentenze pronunciate sui ricorsi presentati da Italcementi e dalla Gio. Emi. «Inammissibili per difetto di giurisdizione», la motivazione del Tar Salerno sul contenzioso apertosi tra i proprietari e Provincia di Salerno. La vicenda è tutta incentrata sugli indennizzi ed è emersa all’indomani della revoca delle delibere riguardanti la liquidazione dell’indennità di esproprio a quanti hanno ceduto l’area di Cupa Siglia per la costruzione del termovalorizzatore. In pratica le prime stime erano state redatte dal Comune di Salerno, quando all’epoca il sindaco De Luca venne nominato commissario di governo proprio per la realizzazione dell’impianto per il trattamento dei rifiuti. Somme che poi sarebbero passate al vaglio dell’amministrazione provinciale, all’indomani del trasferimento delle competenze sulla gestione dei rifiuti. Da qui i provvedimenti dell’amministrazione Iannone che hanno di fatto congelato gli indennizzi. Stando ai provvedimenti di Palazzo Sant’Agostino, vere e proprie discrepanze sarebbero emerse tra quanto previsto inizialmente dal Comune di Salerno (all’epoca dell’emergenza rifiuti) e quelle attuali predisposte da Palazzo Sant’Agostino. Infatti, come si legge nella relazione del settore Espropri del Comune di Salerno, a firma del dirigente Lorenzo Criscuolo, per la Gio.Emi, (ditta di Giovanna ed Emilio De Stefano, a quanto pare allo stato inattiva), il valore espropriativo stimato dal Comune ammontava ad 910mila euro, rispetto ai 594mila euro recentemente stimato dalla Provincia di Salerno. Un vantaggio, insomma, di circa 315mila euro a favore dell’amministrazione (in questo caso la Provincia di Salerno) che avrebbe dovuto liquidare l’indennizzo. Ancora per l’Italcementi Spa, la differenza è quasi del 50 per cento tra valore stimato dal Comune e quello della Provincia. Infatti l’indennità prevista da Palazzo di Città ammontava a 1.169mila euro mentre quello dell’amministrazione provinciale a 631mila euro. Atti che, così come annunciato dall’assessore provinciale all’ambiente, Adriano Bellacosa, sono già al vaglio della Procura della Repubblica.