di Pina Ferro
“Mia sorella ha tutti i sintomi tipici dell’infezione da Covid 19. Dopo 4 giorni chiede al medico curante se è possibile attivare la procedura per fare il tampone. La risposta della doc è stata: “non ce ne sono presso l’Asl X cui non posso richiederne” . Rabbia, preoccupazione e grande paura quella espressa da Marianna che si è rivolta alla nostra redazione raccontando quanto vissuto negli ultimi giorni e cosa è stata costretta a subire. Marianna spiega: «i miei genitori hanno 79 anni ed alcune patologie, non gravissime, pregresse. Mio fratello è maresciallo nell’esercito e mio marito in polizia presso questura Salerno. Io ho 2 bimbe piccole….questo per dirvi che se lei è positiva i miei genitori sono spacciati e gli altri uomini di casa, uscendo quotidianamente per lavoro e spesa infetteranno, nonostante i dpi e gli accorgimenti sanitari, tantissimi altri salernitani». Nel corso del racconto Marianna ha spiegato di aver compostoil numero verde regionale che “mi ha inizialmente consigliato (dopo 1/2 ore di attesa) di portarla in ospedale nonostante in tv si dica il contrario. Poi mi hanno fornito un numero verde locale, perché al numero regionale rispondono da Napoli e loro non conoscono le forniture della Asl locale. A quest’altro centralino confermano soltanto che il tampone può richiederlo il medico curante. Mio padre chiama la guardia medica da dove rispondono che i tamponi non vengono fatti neanche alle categorie a rischio come loro, appunto, ed i medici generici. Richiamata la dottoressa di famiglia, lei si rifiuta di attivare la pratica per le stesse motivazioni: “nn ci sono tamponi, neanche il personale sanitario viene sottoposto a questo approfondimento”. Approfondimento???!!! Ma scherziamo?? Mica è una richiesta di prove allergiche per qualche starnuto da inizio primavera? Questo Coronavirus a Salerno come dobbiamo combatterlo? Stiamo a casa, ok….e se lo abbiamo contratto precedentemente all’isolamento muoriamo isolati collettivamente? Potremmo avere 2 tamponi per non ammazzare il prossimo? Oppure chiediamo ai soldati dell’esercito tanto richiesti dal governatore di spararci al primo colpo di tosse prima di venire uccisi in maniera più devastante e brutale dalla polmonite! Io credo che per noi allorquando si dovesse allargare la pestilenza non rimane che una pala, la pala per scavarci la fossa”. Una storia che fa riflettere e che dovrebbe indurre a chi di competenza ad attivare tutti i percorsi e i presidi necessari ad evitare il diffondersi del contagio.