di Giovanna Naddeo
«Sono rientrato in città la scorsa settimana, quando era già scoppiata l’emergenza coronavirus nel nostro Paese. Chissà quanti controlli e misure precauzionali (avevo immaginato alla partenza) e invece…». È il racconto, a tratti surreale in queste ore di emergenza, di Andrea Murino, ventitreenne originario del quartiere Pastena, attualmente laureando magistrale al Politecnico di Milano. Nessun controllo della temperatura corporea, né a Linate né a Capodichino. «Quando sono atterrato in Campania, mercoledì scorso – racconta Andrea – ho subito telefonato al numero verde regionale. Mi è stata suggerito di allertare l’Asl, oltre a una semplice quarantena volontaria. Dalla serie, se vuoi, fai tu, altrimenti non preoccuparti». Da qui un rimpallo di responsabilità e di telefonate tra enti e uffici diversi, dal centro malattie infettive di Nocera (ora chiuso) alle strutture sanitarie della sua zona, Pastena. «E pensare che l’Asl si è complimentata con me per l’impegno e la costanza nell’informarli quotidianamente della mia situazione. Davvero surreale» chiosa Andrea, dopo aver concluso una lezione a distanza di grazie alla piattaforma digitale Office. Il coronavirus non ferma le lezioni da seguire e i progetti da completare. E poi, si sa: per uno studente universitario, la sessione d’esami è sempre alle porte.