di Marta Naddei
Un incubo. Può essere definito così il 2013 delle imprese del commercio e dell’artigianato salernitani. Una fotografia che emerge dai dati della Camera di Commercio di Salerno: sono state, infatti, quasi 8.500 (per l’esattezza, 8.468) le imprese che nel corso di 11 mesi hanno cessato la propria attività sul territorio salernitano. Questo a fronte di un numero di ditte che si è iscritto al registro delle imprese dell’ente camerale pari a 7.362: cifre che segnano una discrepanza tra attività nate e morte di 1.106 unità. Tanto, troppo, per un territorio che pur sta provando a tenere testa alla crisi. A questo deve essere aggiunto che, al computo, secondo i dati sviluppati dalla Camera di Commercio di Salerno, mancano ancora i numeri relativi al mese di dicembre, con un bilancio che, dunque, è destinato ad aumentare. Nel dettaglio, nei primi tre trimestri del 2013 le imprese commerciali nate sono sempre state in numero inferiore rispetto a quelle che hanno chiuso i battenti, eccezion fatta per il secondo trimestre dell’anno, in cui a fronte delle 2.138 imprese iscritte al registro camerale ce ne sono state 1.175 che hanno abbassato la saracinesca; mentre nel primo trimestre il rapporto è tra le 2.441 aziende iscritte e le 3.387 chiuse e nel terzo sono state 1.881 a cessare la propria attività contro le 1.604 nate. Al momento, invece, per quanto riguarda il quarto ed ultimo trimestre del 2013, sempre senza i dati di dicembre non ancora disponibili, le imprese che hanno iniziato un percorso sono state 1.179 a fronte delle 1.425 che lo hanno terminato. Il mese orribile è stato gennaio con ben 700 imprese chiuse in più rispetto a quelle nate, mentre nel mese di giugno si è raggiunto il pareggio completo con 536 attività cessate ed altrettante aperte. Insomma, un vero e proprio dramma che ha messo in ginocchio imprenditori, lavoratori ed economia del salernitano.