di Viviana De Vita Ha patteggiato la pena l’ex direttore del cimitero Massimo Romaniello protagonista del secondo filone d’inchiesta sul cimitero travolto dalla bufera giudiziaria nel 2011 quando le indagini condotte dal sostituto procuratore Rocco Alfano, culminarono con l’esecuzione di quattro ordinanze di custodia cautelare. L’ex direttore, è stato condannato a 4 mesi in continuazione con la condanna già comminata pari a 3 anni. E’ invece stato rinviato a giudizio Luigi Criscuolo, rappresentato dall’avvocato Maurizio De Feo. Il processo prenderà il via il prossimo 13 maggio davanti alla dottoressa Passaro. Il Comune di Salerno si è costituito parte civile attraverso gli avvocati Paolo Carbone e Lucio Basco.Quattro gli episodi contestati a Romaniello che avrebbe fatto credere a privati cittadini di potere acquistare direttamente, senza alcuna partecipazione ai precedenti bandi di assegnazione pubblicati dal Comune, dei loculi, in realtà inesistenti, a causa della sopravvenuta rinuncia all’acquisto da parte di persone già assegnatarie. La somma intascata da Romaniello e in un’occasione divisa con il Criscuolo, andava da un minimo di tremila euro ad un massimo di 6mila 400 euro. Il fascicolo è nato in seguito ad altre quattro denunce acquisite in procura da cittadini titolari di un loculo fantasma acquistato presso il campo santo di Briganano. La truffa sull’acquisto di loculi in realtà già venduti era infatti il cuore dell’inchiesta condotta dal pubblico ministero Rocco Alfano che smascherò un sistema truffaldino fondato sull’assegnazione di loculi in realtà inesistenti venduti a ignari cittadini a un prezzo superiore a quello sancito dal tariffario municipale e senza corrispondere nulla al Comune. Intanto mentre si profila un nuovo procedimento, prosegue davanti ai giudici il processo a carico degli ultimi tre imputati che non hanno ripiegato per alcun rito alternativo. Alla sbarra vi sono il funzionario comunale Luigi Criscuolo, rappresentato dall’avvocato Maurizio De Feo; Alfonso D’Avino, 48 anni di Pontecagnano, amministratore dell’agenzia di trasporti funebri “La Precisa”, difeso dall’avvocato Michele Alfano ed il marmista Aniello Rizzo, assistito dall’avvocato Genserico Miniaci. Già parte civile il Comune con il patrocinio dell’avvocato Paolo Carbone ed una decina di promittenti acquirenti assistiti dall’avvocato Luciano Pepe. Truffa aggravata, corruzione, falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici e istigazione alla corruzione, sono le ipotesi di reato contestate, a vario titolo, agli imputati accusati di aver trasformato strutture ed attività comunali in un’ “impresa privata” di cui ovviamente acquisivano i relativi proventi.
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