di Olga Chieffi
Da domattina fino al 6 Gennaio 2019, alla Galleria “Il Catalogo” sarà allestita una mostra, dal titolo “Natale”, la tradizionale collettiva di artisti che hanno accompagnato dal 1968, anno della sua nascita, lo spazio espositivo che quest’anno compie Cinquant’anni di attività culturale e artistica. Il vernissage è fissato per domenica alle ore 11, una mattinata densa di doni nello spazio di Lelio Schiavone e Antonio Adiletta, poiché nell’ambito dell’inaugurazione della mostra verrà presentato da Erminia Pellecchia “50 anni in foto – Il Catalogo, una Galleria tra arte e società” che rappresenta la tesi di Francesca Adiletta – a cura di Paola Capone, Areablu Edizioni. Un volume che obbedisce ad un’intimazione che spesso soleva rivolgere ai suoi allievi l’indimenticata storica Rosalba Davico. “Iniziate a ricostruire la storia partendo dalla vostra famiglia, quando trovate un archivio tuffatevici a capo fitto e riordinate. Dal caos il metodo, la ricerca, e giungerete dove vorrete”. In questo si è cimentata Francesca Adiletta, figlia di Antonio, che immaginiamo abbia trovato un archivio in perfetto ordine grazie allo zelo e al “sacro” di quelle immagini e di quelle carte, conservate gelosamente da Lelio Schiavone, e che con questo volume sono state rese finalmente fruibili per tutti. Tra queste mura è passato l’intero Novecento artistico, letterario e politico, rimanendo baluardo etico dei principi estetici donatigli da Alfonso Gatto, ospitando unicamente pittori veri che comunicassero in purezza il loro essenziale atto creativo. Lelio Schiavone e Antonio Adiletta hanno allestito un’ampia collettiva, idee per un regalo, attraverso un’ampia scelta ben distribuita tra disegni e dipinti. Ritroveremo Renato Borsato con il suo forte senso plastico e cromatico, pittura di confine tra figurazione e astrattismo, influenzata dalla lezione di Nicholas de Stael, il realismo libero e poetico di Pugliese Enotrio, il rigore formale di Franco Villoresi, l’urgenza di esprimere l’essenziale nella realtà e il tormento interiore che l’accompagna nell’indagine pittorica di Enzo Pregno, il lirismo fantastico di Ernesto Treccani, Mario Carotenuto con il suo spazio multiplo ricreante la natura delle cose. Nei pezzi esposti nella collezione vi è rinchiusa e raccontata una storia, che il più delle volte narra il bello e l’amore sconfinato per l’arte. Gli artisti che si raccontano e ci raccontano la storia artistica del Paese sono numerosi, a cominciare da Antonio Possenti, con la sua narrazione popolata di strani uccelli, boschi incantati, giocattoli fantastici, la tradizione di Sergio Scatizzi, composta in una misurata costruzione, con il suo sguardo sulla prorompente maremma, una sinfonia toscana per esaltare tutte le contraddizioni della sua terra. Gastone Breddo, in cui la pittura è viva, poiché espressa autonomamente attraverso un linguaggio nel quale segno, colore e forma si fondono in poetiche riproposte della realtà, al limite dell’astrazione. E ancora Rosai, Viani, Ziveri, Gentilini, Carena, Guccione e altre numerose firme del Novecento italiano. La selezione ospita anche una sezione dedicata alla scuola salernitana, in modo da mantenere un filo sempre vivo con la città, con le sue forme creative, a partire realismo coloristico di Virginio Quarta, sino a giungere alle nuove generazioni con Amedeo Ternullo, la pittura ideista di Eliana Petrizzi e l’occhio informale di Giovanni Tesauro.