Erika Noschese
Una storia di abusi edilizi che parte da lontano, circa 20 anni fa, una richiesta di abbattimento, un precedimento penale ed una famiglia che teme per la propria incolumità. E’ questa in sintesi, la vicenda che ha colpito la famiglia Parisi, a Giovi. Circa 20 anni fa, infatti, vengono realizzate opere abusive il cui ordine viene poi revocato in seguito al pagamento del condono. A distanza di anni, però, la Corte d’Appello di Salerno dispone l’abbattimento del vuoto tecnico in quanto abusivo, tutt’ora. «Siamo disposti a far procedere con l’abbattimento ma temiamo per la nostra vita», hanno dichiarato i fratelli Mimmo e Augusto Parisi. Da una relazione tecnica di parte effettuata dall’ingegnere Salvatore Manzi è emerso infatti che, a causa delle lesioni presenti negli appartamenti accanto al fabbricato, le operazioni di demolizione andrebbero a danneggiare ulteriormente una situazione già di per sé compromessa, arrrecando ancor più pregiudizio alla staticità del fabbricato legittimo di Parisi Rosa. Inoltre, “la demolizione del corpo di fabbrica trapezoidale interrato comporterebbe inevitabilmente una modifica dello stato tensionale sotto il piano di posa del plinto di fondazione d’angolo” che potrebbe provocare, dunque, un cedimento. Serie le preoccupazioni da parte della famiglia Parisi che si sente ormai perseguitata da forze dell’ordine e tecnici che si presentato a casa ad ogni ora, spaventando anche i bambini piccoli. La relazione tecnica non sarebbe stata presa in considerazione nemmeno dalla ditta incarica di effettuare le operazioni di abbattimento, per le quali la famiglia dovrà sborsare circa 50mila euro. «Mia madre è anziana, ha 80 anni e prende poco più di 300 euro di pensione. Come può pagare 50mila euro, ora?», si chiede il figlio preoccupato per la salute della madre anche a causa dello stress che sta vivendo in questi giorni. L’abbattimento del vano tecnico, intanto, dovrebbe avere inizio lunedì mattina e la famiglia sembra essere intenzionata a lasciare casa durante i lavori, proprio per paura che anche la loro abitazione possa crollare, come ampiamente spiegato nella relazione dell’ingegnere Manzi, non tenuta minimamente in considerazione né dalla Corte d’Appello né dalla ditta che dovrebbe procedere con l’abbattimento assistito proprio per la delicata situazione dovuta alla vicinanza delle strutture che, già ora, riportano serie lesione e i cui lavori potrebbero solo aggravare ulteriormente la situazione. Un abuso edilizio, questo, commesso dalla madre e per il quale risponde ora il figlio per essersi preoccupato di pagare il condono edilizio a suo nome, in quanto ricoverata in ospedale, in quel periodo. La famiglia denuncia inoltre, la presenza di perizie giurate falsate dai tecnici, solo per procedere con l’abbattimento del vano tecnico che andrebbe ad intaccare, però, anche il fabbricato legittimato. Ora, la famiglia Parisi chiede la messa in sicurezza delle abitazioni e teme per la vita delle cinque famiglie che abitano lì.