Pina Ferro
Bancarotta alcofin: quattro condanne e 3 assoluzioni. I giudici della seconda sezione penale del Tribunale di salerno (presidente Trivelli) hanno inflitto la pena di un anno al commercialista salernitano Giovanni Di Brita; un anno a Francescoantonio Fabbrocino, nipote del boss egemone nel nolano; 3 anni a Carlo Bigi e due anni a Giulio Poduie. la pena inflitta a Fabbrocino e a Di Brita è da considerarsi in continuazione alla pena inflitta dalla Corte di appello di Milano. I giudici hanno assolto Giovanni Nese, Oreste Di Tullio e Alessandro De Fazio. Il processo per la bancarotta alcofin è scaturito seguito all’indagine sul crac XPharma, sul quale si è già pronunciato il tribunale lombardo di primo e e secondo grado. al termine della requisitoria il pubblico ministero del Tribunale di salerno aveva chiesto complessivi 24 anni di carcere per i sette imputati (nel dettaglio aveva chiesto 4 anni per Di Brita e Fabbrocino; tre anni per Vigi, Poduie, nese e De Fazio; due anni per Di Tullio). nel collegio difensivo tra gli altri gli avvocati Di ruocco, savio e Maresca. È nel 2009 che vengono avviati i controlli della Guardia di finanza sui movimenti economici fatti da Fabbrocino in Campania e in lombardia. l’attività investigativa principale riguarda il fallimento della X-Pharma, azienda di agrate in provincia di Monza. a seguito di una serie di verifiche incrociate, i finanzieri arrivano anche alla alcofin. sotto la lente finiscono anche le attività, contabili e finanziare, di quest’altra società portata in maniera volontaria – sostiene fin dal primo momento la pubblica accusa – al fallimento. Per gli inquirenti c’era una regia.