Erika Noschese
«Riaprire le case di tolleranza, la zona della litoranea è da terzo mondo. A perderne è l’immagine della città». A lanciare la proposta il consigliere comunale della Lega, Giuseppe Zitarosa, unitamente a Mariano Falcone e Cristian Santoro, rispettivamente coordinatore provinciale e cittadino. La Lega, chiede dunque, di riaprire le cosiddette case chiuse, per permettere alla prostitute di svolgere il loro “lavoro” all’interno delle abitazioni e non più per strada. «Salerno, famosa finora per le “Luci d’Artista” starebbe per raggiungere un altro invidiabile primato: prima per la presenza di “Lucciole”, cosa che la sta rendendo destinazione ideale per particolare “turisti” provenienti da ogni parte della Provincia e della Regione», ha spiegato Zitarosa che definisce “disumano” lasciare le donne per strada soprattutt prchè «ad arricchirsi è solo la malavita, aumentando così il problema della criminalità a Salerno e minando la sicurezza dei cittadini e di conseguenza il “volto” della città che meriterebbe ben altro. Nessuno, peraltro, ha ancora capito che un terzo dell’economia è sommersa perché un terzo dell’economia gira intorno a droga e prostituzione». I tre leghisti lanciano dunque la proposta: «In Italia le case di tolleranza sono state chiuse nel 1958, anno in cui fu emanata la celebre “legge Merlin” che aboliva la regolamentazione della prostituzione, introducendo i reati di sfruttamento, induzione e favoreggiamento della stessa. Si potrebbe quindi regolamentare nuovamente e tassare la prostituzione, riaprendo le “ case chiuse”. Rappresenterebbe un atto di civiltà come già avviene in tanti Paesi Europei. Le tasse che incasserebbero i Comuni potrebbero essere eventualmente destinate a favorire l’apertura di nuovi asili nido o altri servizi sociali. Questo modello, dunque, potrebbe essere adottato anche a Salerno, eliminando così tutte le problematiche che ruotano attorno alla prostituzione».
Roscia: «Riapertura delle case chiuse fallimento dello Stato»
«All’amico Giuseppe Zitarosa dico che la riapertura delle case chiuse sarebbe una sconfitta dello Stato». Ad opporsi, senza mezzi termini alla proposta lanciata dal consigliere della Lega è Antonio Roscia «Non si legittima, a livello statale, un comportamento sociale negativo solo perché si é incapaci di reprimerlo. Con questa mentalità, dovremmo vendere pasticche e cocaina di Stato ai nostri giovani visto che il fenomeno è fuori controllo. Altro è riaprire un dibattito serio sulla opportunità o meno di regolamentare il fenomeno preso individualmente», ha dichiarato ancora l’esponente del partito guidato da Giorgia Meloni.