“Vogliamo chiarezza e trasparenza”: si leva unanime il grido di protesta e di allarme del Comitato di quartiere di Canalone, dei residenti del rione e del neo comitato “Notraforo” che, nella mattinata di ieri hanno organizzato una manifestazione contro l’ennesima cantierizzazione a cui sta per essere sottoposta la città di Salerno, e che questa volta prende il nome di Porta Ovest. Ben cinque i chilometri su cui si innesteranno quattro gallerie, due viadotti, tre svincoli e altrettante rotatorie: il tutto al modico prezzo di circa 116 milioni di euro. “Un investimento senza dubbio non indifferente, che sarebbe potuto essere impiegato con molto più criterio dall’amministrazione, soprattutto per la realizzazione effettiva di tutte quelle altre opere che dormienti, giacciono ancora incomplete sul territorio salernitano”, spiega Danilo Napolitano del Comitato No Traforo, e prosegue: “E inoltre la storia ne è testimone: l’intera zona, in cui verrà sviluppato il progetto, è ad alto rischio idrogeologico. Non si possono infatti dimenticare le numerose morti causate dall’alluvione del 1954, così come le innumerevoli frane che continuano ad interessare la fascia costiera limitrofa al cantiere”. Un’opera che seppur considerata cruciale per lo sviluppo del porto, e indispensabile per la mobilità cittadina, fino ad ora non ha fatto altro che attirare su di sé solo critiche, persino quelle dell’Arch. Pica Ciamarra. Sull’intero cantiere incombe infatti il fantasma di un progetto che, sebbene abbia subito nel corso del tempo, e ad opera della ditta appaltatrice, svariate e significative modifiche negli aspetti architettonici ed ambientali, appare nella sua fattispecie inesistente. “Nonostante le innumerevoli richieste fatte pervenire fino ad ora all’Autorità portuale, detentrice del progetto definitivo di Porta Ovest, siamo ancora in attesa di poter visionare tali atti”, spiega Rosa Carafa, presidente del Comitato di quartiere di Canalone, che prosegue: “Resta infatti il dubbio che il progetto esecutivo di tale infrastruttura manchi, in realtà, di tutte quelle autorizzazioni necessarie per la sua effettiva messa in opera”. E resta anche la preoccupazione da parte dei residenti dell’intera area interessata dal suddetto progetto che, viste le premesse e le numerose sorgenti e falde acquifere presenti nel sottosuolo, il Traforo e le annesse gallerie si trasformino in un “buco nell’acqua”. “L’intero paesaggio- sottolinea Rosa Carafa- verrà infatti sconvolto da un progetto che non considera ne tutela l’ambiente, così come i cittadini salernitani”.
Francesca Cavaliere