Pina Ferro
Rito abbreviato per l’attore senese Domenico Diele. Il Gup accoglie la richiesta del rito alternativo, avanzata dagli avvocati del trentenne accusato di omicidio stradale. A fine udienza le amiche di Ilaria Di Lillo, 48anni, travolta dal- l’auto di Diele manifestano tutta la loro rabbia puntanto il dito contro la giustizia italiana e parlano di giustizia privata. Erano le 11 e 18 minuti di ieri, quando Domenico Diele, accompagnato dai difensori Montanara e Nigro è entrato nell’aula A della Corte di Appello di Salerno dove era in programma l’udienza preliminare. Diele, nella notte tra il 23 e il 24 giugno dell’anno scorso, a bordo della propria autovettura e sotto l’effetto di stupefacenti, travolse il motociclo condotto dalla 48enne Ilaria Di Lillo, all’altezza dello svincolo di Montecorvino Pugliano, in carreggiata Nord del tratto salernitano dell’autostrada A2 del Mediterraneo. L’impatto, violentissimo, causò la morte immediata di Di Lillo. Il giudice per le udienze preliminari, dopo aver accolto la richiesta del rito abbreviato ha fissato per il 20 febbraio la prossima udienza, durante la quale è prevista la requisitoria del pubblico ministero, Elena Cosentino e la discussione dell’avvocato della parte civile Michele Tedesco. Mentre, è in calendario il prossimo 27 febbraio la discussione dei legali della difesa. In quella data, sarà emessa anche la sentenza. Essendo stato ammesso il rito alternativo, è esclusa la costituzione del responsabile civile. Il giudice, inoltre, dovrà valutare anche un’eccezione di legittimità costituzionale, avanzata dai legali di Diele. Al termine dell’udienza preliminare, durata circa dieci minuti, era presente il noto interprete di fiction di successo che, uscendo da un varco laterale, ha evitato i cronisti. Davanti all’aula A della Corte di Appello dove si e’ svolta l’udienza a porte chiuse, c’erano cinque amiche della vittima che continuano a chiedere giustizia per Ilaria. Prima di morire, la donna aveva trascorso una serata con loro a Battipaglia. Il racconto delle amiche e la rabbia. “Avevamo trascorso la serata insieme – raccontano le quattro amiche di Ilaria. – Una serata in piacevole compagnia, trascorsa a Battipaglia. Ilaria aveva bevuto un caffè, lei non beveva alcolici. Poi ci siamo salutate”. Hanno tanta rabbia e le lacrime negli occhi per quella amica morte in una circostanza che non è possibile accettare. E, a fine udienza quella rabbia viene fuori, proprio dinanzi all’aula dove si è celebrata l’udienza. “Per noi è omicidio è basta – racconta Monica – ha ucciso una persona. Lui su quella macchina non solo non ci doveva essere, ma era anche sotto effetto di stupefacenti. Come è possibile che oggi è libero di girare per Roma. Come è stato possibile che in carcere si è rasato sapendo che sarebbe stato sotto- posto all’esame cheratinico”. Per le amiche di Ilaria, tutto in questa vicenda è assurdo. Ma la rabbia maggiore le amiche di Ilaria la manifestano verso il sistema giustizia italiano, un sistema che non ritengono essere equo.