Erika Noschese
Avvisi di garanzia in Regione Campania. Il deputato di Forza Italia, Luigi Cesaro ed i consiglieri regionali azzurri Armando Cesaro e Flora Beneduce, hanno ricevuto avvisi di conclusione delle indagini da parte della Procura di Napoli, per un’ipotesi di voto di scambio nel periodo delle elezioni regionali del 2015. In particolare, la Procura ha indagato, secondo la tesi accusatoria, per fatti accaduti tra il mese di maggio e giugno del 2015, ovvero le ultime elezioni regionali che hanno visto vincere Vincenzo De Luca. Ad annunciarlo, il capogruppo regionale di Forza Italia, Armando Cesaro: “Oggi (ieri per chi legge ndr) ho ricevuto un avviso di garanzia per vicende relative alle elezioni regionali del 2015. Preferisco darvi io la notizia, perché non ho nulla da temere. Quando si ha la coscienza pulita si affronta tutto con serenità. Io ho fiducia nella verità, che presto o tardi arriva. Per tutti”. La vicenda ha particolarmente indignato il capogruppo di Forza Italia alla Camera dei Deputati, Renato Brunetta: «Siamo in piena campagna elettorale, si avvicina l’appuntamento con il voto del 4 marzo, con il centrodestra favorito e pronto al ritorno alla guida del Paese, e si ripetono fatti ai quali ormai siamo tristemente abituati. Noi siamo sempre dalla parte della giustizia giusta, per la chiarezza e la trasparenza, certo che sorprende, e non poco, questa assurda tempistica giudiziaria contro esponenti di Forza Italia a poche settimane dal voto.La solita giustizia ad orologeria che gioca da decenni un ruolo politico nel dibattito pubblico di questo Paese. Gli italiani il 4 marzo giudicheranno anche questo”. Per Luigi Cesaro, l’accusa sarebbe la richiesta di voti in cambio di favori, coinvolgendo anche il figlio Armando e la consigliera forzista Beneduce. Tra gli episodi contestati la presunta raccomandazione di un praticante per entrare in uno studio legale che Cesaro avrebbe promesso ad un elettore in cambio di voti per il figlio, ma anche il pagamento di abbonamenti ad alcuni elettori presso la piscina di Portici (Napoli) di proprietà dei Cesaro. Non sarebbe invece stato contestato alcun passaggio di denaro, come invece è accaduto per l’inchiesta gemella sul voto di scambio di cui si occupa la Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, che nel maggio dello scorso anno, aveva portato in carcere per concorso esterno in associazione mafiosa i fratelli del deputato, Aniello e Raffaele.