Pina Ferro
Assolto in secondo grado di giudizio da tutte le accuse che gli erano state mosse da alcuni operai, ieri i giudici della Cassazione hanno annullato la sentenza a carico dell’imprenditore Michele Mastromartino e rinviato gli atti alla Corte di Appello solo per la quantificazione dei danni subiti dagli operai. Nessuna contestazione penale gli è stata ascritta. La Seconda Sezione della Cassazione presieduta da Piercamillo Davigo e relatore Mirella Cervadoro ha annullato la sentenza di assoluzione della Corte di Appello di Salerno emessa il 23 maggio del 2016 (presidente Verdoliva) nei confronti dell’ imprenditore salernitano Michele Mastromartino (difeso dall’avvocato D’Aiuto) con rinvio al Giudice civile per valore in grado di Appello (Corte di Appello Napoli) per la quantificazione dei danni alle parti civili Tiziano Vitolo ( difeso Silvestro Amodio) e Giuseppe Labarbera (difeso da Alfonso Giordano). La Procura Generale presso la Corte di Appello di Salerno con il sostituto Ersilio Capone aveva rigettato la richiesta di impugnazione agli effetti penali sollevata dalle parti civili. Mastromartino era stato condannato in primo grado in data nel 2014 dal Giudice Trivelli della II sezione penale Tribunale di Salerno alla pena di anni 3 e mesi otto di reclusione per estorsione nei confronti degli operai. La Suprema Corte nella giornata di ieri ha accolto i ricorsi delle parti civili Vitolo Tiziano e Labarbera Giuseppe.