Andrea Pellegrino
Un dato certo c’è: gli ex dipendenti della Marzotto di Salerno sono stati esposti all’amianto durante il loro lavoro. Ed è la stessa Cassazione che, attraverso una ordinanza, certifica la documentazione prodotta e i dati epidemiologici. Insomma, in questa paradossale vicenda il presupposto dell’esposizione all’amianto c’è, solo che – al momento – non godrebbe di nessun beneficio economico. Un problema di soldi, dunque. Un enorme problema di soldi sollevato dall’Inps che, per ognuno degli ex lavoratori, ha utilizzato una strategia per farsi restituire quanto già erogato da alcuni e per non riconoscere nessun beneficio ad altri. Tutto questo mentre tragicamente la lista di ammalati e de- ceduti si allunga. E sono gran parte malattie riconducibili all’esposizione alle fibre di amianto. Gli ex lavoratori, però, non demordono e sono pronti a proseguire – con il supporto degli avvocati Dante Sta- bile ed Anna Amantea – la loro battaglia per il riconoscimento di un diritto – sancito – ma non del tutto valorizzato attraverso i benefici economici, come la legge impone.
Le storie
«Andiamo avanti – spiega Margherita Raiola – e non ci fermiamo». La signora Raiola dal 2014 si vede trattenere più di cento euro dalla sua pensione. Era stata beneficia- ria del contributo, fino a quando l’Inps (sulla base di una sentenza della Cassazione) ha ordinato la restituzione. Da allora la sua pensione arriva a 600 euro mensili. Davanti al giudice del lavoro la sua battaglia prosegue spedita. Poi c’è la vicenda del signor Giuseppe Polito che nel 2014 si è ritrovato, nella cassetta della posta, un Mav da 32mila euro da parte dell’Inps. Da allora l’istituto previdenziale trattiene più di 250 euro dalla sua pensione. Ancor più paradossale è la vicenda di una coppia di lavoratori di Cava de’ Tirreni: al tempo la moglie ottenne il beneficio ed il marito no. Ma la lista è lunga ed ognuno di loro attende quanto dovuto e soprattutto giustizia. Il tutto mentre la struttura (fatiscente) dell’ex Marzotto fa ancora “bella” mostra in un’area di Salerno e con molta probabilità necessiterebbe anche di una bonifica. Ma questa è un’altra storia.