PORTA OVEST: Affidi e appalti, Annunziata nei guai. Nel mirino la proroga della nomina dell’ingegnere Macchi e l’aggiudicazione diretta a Artemide Italia - Le Cronache
Giudiziaria Salerno Cronaca

PORTA OVEST: Affidi e appalti, Annunziata nei guai. Nel mirino la proroga della nomina dell’ingegnere Macchi e l’aggiudicazione diretta a Artemide Italia

Andrea Annunziata

Pina Ferro 

Realizzazione di Porta Ovest, appalti e incarichi: avviso di conclusione indagine a carico di 33 persone accusate a vario titolo tra l’altro di concorso formale in abuso d’ufficio, danni, malversazione nei confronti dello Stato e falsità ideologica. Tra i soggetti a cui è stato notificato l’avviso di conclusione indagine vi è anche il presidente dell’Autorità Portuale Andrea Annunziata. L’avviso è stato firmato dai magistrati Vincenzo Senatore e Rocco Alfano della Procura di Salerno e arriva a conclusione dell’attività investigativa portata avanti dagli uomini della Direzione Investigativa di Salerno diretta dal colonnello Giulio Pini e coordinata dai due magistrati. L’avviso di conclusione indagine è stata notificata a: Vincenzo Manganello, Francesco Maria Salvatore De Rosa, Mario Vitale, Paolo Costa, Ludovico Amoretti, Antonio Morabito, Fabio De Iulo, Fulvio Giovannini, Andrea Annunziata (all’epoca dei fatti presidente dell’autorità portuale di Salerno oggi attualmente a capo dell’Autorità Portuale di Augusta in Sicilia), Domenico Barletta (già dirigente comunale), Elena Valentino, Luigi Di Luise (all’epoca segretario dell’Autorità portuale di Salerno), Giovanni Micillo (dirigente dell’area tecnica del Comune di Salero), Immacolata Ritonnaro (delle Ritonnaro Costruzioni socia della Crescent srl), Ernesto Gismondi, Alessandro Macchi, Francesco Giuliano, Antonio Valente, Raniero Fabrizi , Luca Caselli (dirigente settore Ambiente del Comune di Salerno), Danilo La Piana, Maurizio Aiardo Esposito, Giuseppe Miceli, Guglielmo De Iulio, Maurizio Ferrara, Massimiliano Insigne, Vittorio Tiberio Insigne, Dario Lamonica Miraglio, Elio Spagnolo, Riccardo Acernese, Fabrizio Pellegrini, Maria Annunziata Raso, Raffaele Giordano.

Nelle 54 pagine notificate ad ognuno dei 33 indagati viene ripercorso l’intero iter dell’appalto dei lavori e dell’affidamento di incarichi suddivisi in vari punti.

Tra quelli più importanti vi sono:

Incarico all’ingegner Macchi di supporto al Rup (Responsabile unico del procedimento)

Secondo quanto accertato nel corso delle indagini, Andrea Annunziata, in qualità di presidente dell’Autorità portuale, dopo aver affidato con “atto monocratico” a seguito di una gara pubblica con il criterio del massimo ribasso sull’importo a base di gara all’ingegnere Alessandro Macchi l’incarico di “supporto tecnico -amministrativo” al responsabile unico del procedimento, con atti aggiuntivi e senza una procedura di evidenza pubblica ha prorogato al Macchi l’incarico.

Così facendo, Annunziata – secondo quanto scrivono i magistrati – avrebbe intenzionalmente procurato all’ingegnere Macchi un ingiusto vantaggio patrimoniale pari alla somma di 258.480,65, oltre iva ed oneri previdenziali, con pari ed evidente danno per l’autorità portuale atteso che non emergeva una giustificazione reale al conferimento dell’incarico all’ingegnere Macchi la cui attività di fatto pare si limitasse alla redazione di una serie di meri report redatti fra il 2009 ed il 2014. Per i magistrati, invece, l’attività di supporto al Rup avrebbe dovuto prevedere la supervisione, il coordinamento e la verifica della progettazione definitiva e di quella esecutiva mai espletata dall’ingegnere.

Aggiudicazione diretta a Artemide Italia srl

Andrea Annunziata, in qualità di presidente dell’Autorità Portuale omettendo la pubblicazione del  bando avrebbe affidato alla Artemide Italia srl, legalmente rappresentata da Ernesto Gismondi, una fornitura di due sistemi di illuminazione Led per l’importo complessivo di 150.000 euro più Iva.

Mancata risoluzione del contratto con la Ritonnaro

A seguito della nota del 24 giugno del 2013 a firma del direttore dei lavori Fulvio Giovannini, indirizzata sia all’Autorità Portuale che al Rup, che con la quale si comunicava che: “L’impresa Ritonnaro Costruzione srl … ha del tutto disatteso la tempistica indicata nel cronoprogramma di gara ed in particolare non ha dato corso alle opere interessanti il ponte e le opere ad esso connesse………. Ad oggi lamentiamo lo scarso impegno dell’impresa anche nella chiusura delle attività che ineriscono i lavori di via Risorgimento in ragione della imminente scadenza contrattuale dei lavori”.

Successivamente i lavori furono sospesi per la realizzazione del ponte sul vallone Cernicchiara, per effetto della variante introdotta dalla Tecnis nella realizzazione del secondo lotto.

A questo punto  i magistrati ritengono che Andrea Annunziata in qualità di presidente dell’Autorità Portuale, Fulvio Giovannini nella qualità di direttore dei lavori del primo lotto, Domenico Barletta in qualità di Rup in carica fio al 5 febbraio 2015 e Giovanni Micillo in qualità di responsabile unico del procedimento a partire dal 5 febbraio 2015 nello svolgimento delle rispettive funzioni pubbliche dovrebbero omesso di promuovere una variante o in alternativa di procedere alla risoluzione contrattuale nei confronti della ditta Ritonnaro Costruzioni srl, procurando in tal modo un ingiusto vantaggio patrimoniale alla dittaconsistito nei minori costi sostenuti per il mancato completamente delle opere oggetto di sospensione e nel mancato pagamento delle penali connesse ai ritardi accumulati. Per effetto dello stralcio proposto dalla ditta e avallato dalla direzione dei lavori l’amministrazione pubblica si accollava anche un costo aggiuntivo di euro 46.653,47, determinato dall’affidamento a tre ulteriori e diverse ditte della fornitura di sistemi di illuminazione, di quadri elettrici e della relativa esecuzione, a causa della mancata applicazione del ribasso sulle offerte.

Il progetto esecutivo

Il progetto esecutivo predisposto dalla Tecnis era in macroscopica e palese difformità dal progetto definitivo. Tale progetto esecutivo, infatti, aveva stravolto completamente ed immotivatamente (con scelte non giustificate tecnicamente, ma dettate solo da criteri di convenienza imprenditoriale ispirati alla riduzione dei costi) il progetto posto a base di gara, determinando un incremento del corrispettivo , “a forfait” chiuso fisso e variabile, del contratto di appalto. Più precisamente il progetto esecutivo prevedeva la variazione dell’imbocco su via Ligea posta a raso con il piano di campagna e non più in quota al viadotto Gatto con conseguente nuovo tracciato delle canne della galleria che andavano ad interessare una diversa configurazione geostrutturale dei terreni e delle rocce scavate; nuovo assetto che stravolgeva l’originario progetto, determinando l’assoluta inutilità del viadotto Gatto rispetto alla sua precedente parziale integrazione nel nuovo assetto viario. Tale variante risultava inverosimilmente motivata con la impossibilità di reperire atti tecnici afferenti la progettazione ab origine del viadotto.

Così fu optato solo nel progetto esecutivo, con evidente convenienza economica solo per il soggetto provato esecutore dell’opera pubblica. Inoltre con il  progetto esecutivo si incrementava il costo complessivo  dei consolidamenti della galleria, anche in violazione del Capitolo Speciale di . Infine solo con il progetto esecutivo si frazionava il secondo lotto dei lavori in una parte A (esclusivamente il tronco in galleria da Ligea a Cernicchiara), ed in una parte B (la viabilità del nodo Cernicchiara, ancora tutta da definire e da sottoporre a variante urbanistica del Comune di Salerno, oltreché ai nuovi pareri degli enti interessati escludendo dai lavori la galleria del Seminario o di Fratte e prevedendo la sua sostituzione con una rampa di uscita con ampliamento del viadotto esistente), da intendersi ancora come progetto definitivo, in variate del progetto approvato, anche essa variante apportata senza alcuna precisa e sostanziale motivazione tecnica, condizionata tra l’altro ad una futura conseguente approvazione di variante urbanistica.