Massimo Dapporto a “Cinema è Teatro” racconterà il suo “Un Borghese piccolo piccolo” questa sera alle 17,30 al Teatro delle Arti di Salerno. Imperdibile la proiezione del film di Mario Monicelli alle ore 18,15
Di Olga Chieffi
“Farai strada, quant’è vero Iddio… Comincerai proprio da dove sono arrivato io, dopo trent’anni di servizio… e tu hai soltanto vent’anni… Un giovane in gamba per davvero pensa al suo avvenire, a nient’altro che a quello e lascia che gli altri si impicchino”. E’ questa la filosofia di Giovanni Vitali o, come lo qualifica Vincenzo Cerami, di Vitali Giovanni, impiegato del Ministero: assicurarsi con tutti i mezzi possibili che il giovane figlio Mario, ragioniere, possa avere uno dei duemila posti garantiti da regolare concorso statale. Mario deve assolutamente passare il concorso. Non per sue capacità personali, ma per il semplice fatto che Giovanni lavora al Ministero da trent’anni e pretende il giusto riconoscimento di tanta fatica. Fatica o, meglio, routine: ore spese tra le pratiche del Ministero, a parlare il burocratese dell’impiegato medio. Rincontreremo questo pomeriggio Giovanni Vitali, in ben tre appuntamenti nella sala Cinema, del teatro salernitano, prima spiegato da Massimo Dapporto, quindi, visto da Mario Monicelli e Alberto Sordi sul grande schermo, una proiezione imperdibile, prevista per le 18,15, e, ancora una volta nella trasposizione teatrale, alle ore 21. A fianco di Massimo Dapporto, terzo protagonista della rassegna “Cinema è Teatro”, nel lungo pomeriggio del Teatro Delle Arti, che prenderà il via alle ore 17,30, ci saranno giornalista del Corriere del Mezzogiorno Gabriele Bojano unitamente ad Adolfo Gravagnuolo, Stefano Pignataro in rappresentanza del Dipsum, e naturalmente al patron del teatro Claudio Tortora, per interrogarsi sul “Un borghese piccolo piccolo” film del 1977 diretto da Mario Monicelli (ritenuto tra i migliori film di Monicelli), tratto dall’omonimo romanzo di Vincenzo Cerami datato 1976, e che vedeva come protagonista il grande e indimenticato Alberto Sordi, divenuto oggi spettacolo teatrale e che saluta come protagonista proprio Dapporto, con le musiche originali di Nicola Piovani. Nell’anno celebrativo del quarantennale del film, sulla scena viene ripercorsa la drammatica vicenda dell’ impiegato ministeriale, che fa di tutto per lasciare il suo posto al figlio: ma il giorno stesso del concorso il ragazzo è accidentalmente ucciso durante una manifestazione, e la reazione del padre sarà terribile. Accanto a Dapporto, stavolta in palcoscenico, saranno Susanna Marcomeni (la signora Amalia Vivaldi), Matteo Francomanno (il figlio Mario), Roberto D’Alessandro (il capufficio) e Federico Rubino (lo sparatore). Ma chi è Giovanni Vivaldi, il suo personaggio? Un uomo meschino e fragile, in cui diverse persone potrebbero e dovrebbero riconoscersi. Un borghese piccolo piccolo porta con sè tematiche durissime: è certamente un omaggio moderno alla “teoria dell’ostrica” verghiana, pare che chi cerca di affrancarsi dalla propria condizione sociale subisca sconfitte inevitabili. Al passo coi tempi, nell’Italia del boom economico, l’utile e la posizione lavorativa sono due Leitmotiv che non si possono disgiungere. Migliorarsi ad ogni costo, pare suggerire Cerami, porta ad estreme conseguenze. E non resta che guardare attoniti e abulici il passare del tempo. Tempo contato con oggettività matematica, con spietata disillusione e noia in sottofondo.