Pessima figura della perla della costiera con la neo-nata Accademia Mediterranea del Clarinetto
Di OLGA CHIEFFI
Spiacevole situazione a Vietri Sul Mare sabato sera per il pubblico e i protagonisti del concerto inaugurale dell’Accademia Mediterranea del Clarinetto, la neo-nata istituzione diretta da Giovanni Punzi, principal della Copenaghen Philarmonic e da qualche mese della London Philarmonic e della Royal Northern Sinfonia e da Giuseppe Scotto Galletta. Da maggio era stato fissato il concerto previsto per il 30 giugno nell’ incantevole cornice dell’ oratorio dell’ Arci-Confraternita di San Giovanni, impostate le locandine, controllato insieme all’assessorato alla cultura e alle politiche sociali della cittadina che non vi fossero eventi in sovrapposizione. Da dire che l’Accademia assolutamente a-politica, nata con sponsor privati e finanziamenti autonomi, aveva per quest’anno fissata la sede proprio a Vietri Sul mare, inviando immagini e video in tutto il mondo, anche attraverso ambasciatori della grande musica quali, oltre lo stesso Giovanni Punzi, Alessandro Carbonare, Calogero Palermo, Luca Sartori, Alessio Vicario e tanti altri, di Vietri quale cittadina della Musica, della Ceramica e dell’arte tutta. Alla vigilia del concerto, che ha salutato alla ribalta il clarinetto di Giovanni Punzi con gli archi del quartetto Mitja, composto da Giorgiana Strazzullo e Sergio Martinoli ai violini, Veronica Fabbri al cello e Carmine Caniani alla viola, la prima sorpresa, ovvero l’indisponibilità del raccolto Oratorio, occupato dal vernissage della mostra di Gillo Dorfles e Cesare Augusto Serafino, tra lo sconcerto del prete affidatario dello spazio, ma immediatamente risolto in favore del salone del palazzo della Guardia, sede del Museo della Ceramica, con l’assicurazione da parte dell’amministrazione comunale del service di sedie, per il pubblico che sarebbe intervenuto. A qualche ora dall’esibizione le sedie non sono state consegnate, ed ecco che i musicisti, insieme a qualche collega e a parte del pubblico non si sono tirati indietro dal chiedere aiuto ai ristoratori viciniori per le sedute, caricandole in spalla. Parole bollenti sono state pronunciate quale preludio e postludio del concerto da Giovanni Punzi, senza timore di taluni Sir Biss di disneyana memoria, striscianti factotum pronti a mettere sgambetti a quanti possano, immaginariamente, attentare ad un potericchio conquistato sfogliando negli anni, inumidendo il dito sulla lingua, cartelle di titoli vuoti, che, purtroppo, non cantano. L’accademia andrà avanti, diverse le sedi che vorranno accoglierla aprendole ogni porta. Un consesso di musicisti sostiene questa istituzione che vuol scardinare l’assolutismo livido di taluni docenti, per rendere realmente universale il linguaggio della musica e della sua didattica, fruibile da quanti vogliano partecipare alle diverse masterclass. Un’utopia concreta, quella dell’Accademia Mediterranea del clarinetto, poiché la musica, che si apre alla speranza e favorisce l’elevazione, è determinante per l’integrazione con tutte le culture. L’Accademia, dalla sede oggi itinerante, è diventata il 30 giugno un’utopia possibile, attuale, presente, poiché la Musica che è stata eseguita, al di là di ogni intoppo politico e di ruoli, è divenuta il “luogo”, il tòpos, il dove, che, localizzando, determina una cosa come cosa-per-l’uomo, diventando condizione dell’esistenza, punto di riferimento dell’esperienza, che consente la progettualità e l’attuazione, che negli anni potrà restituire qualcosa di una drammaturgia segreta, nella quale cominceranno ad annodarsi rapporti empatici, nascite, emozioni, che porteranno tutti a fare parte della scena.