Ezio Capuano, l'Arechi e la Reggia - Le Cronache
Salernitana Sport

Ezio Capuano, l’Arechi e la Reggia

Ezio Capuano, l’Arechi e la Reggia

di Fabio Setta

L’esaltazione della folla, la difesa dei calciatori, la rabbia verso tutti,l’esonero. Il copione sembra essere diventato sempre lo stesso. Solo che questa volta a girarlo sono bastate tre settimane. Ezio Capuano è così. In ogni caso sempre uno spettacolo. Per i giornalisti sempre, per i tifosi spesso. Anche se ultimamente sembra aver perso un po’ di smalto. Oppure ha accettato situazioni troppo scadenti per il suo valore. O forse iniziano a mancare le motivazioni, dopo tanto tempo ad aspettare la chiamata della vita. Perché Capuano nel suo cuore ha il sogno di arrivare la Salernitana. E se non ci arriva la sfida a distanza. “Vi porto all’Arechi” ha detto il primo giorno a Caserta. Il giorno delle promesse, il giorno in cui tutto è bello ed essere lì è il sogno di una vita che si realizza, il grande onore di poter allenare una squadra gloriosa. Sono le classiche frasi in pieno Capuano Style. Basta cercare su youtube. Potenza, Pagani, Fondi, anche l’Eupen quella caratteristica avventura da emigrante terminata dopo quattro partite. A Caserta ne sono bastate anche meno.  Tre per l’esattezza. Tre come i momenti topici di Capuano allenatore. Perché dopo il primo momento in cui esalta i tifosi che ad onor del vero lo accolgono sempre in maniera trionfale, in quanto uomo del popolo, c’è quello della difesa della squadra alle critiche dei giornalisti: “Per me i miei giocatori sono i più forti al mondo. Li difenderò fino alla fine”. Poi il terzo momento, quello della rabbia, che precede l’esonero. A Caserta sono bastati sette giorni, quanto di solito accade in un campionato o in mezzo. E’ successo rapidamente con una camicia strappata, una partita persa per disgrazia e quegli stessi giocatori, i più forti al mondo, diventano i turisti perfetti. Quelli arrivati a Caserta solo per vedere la splendida creazione vanvitelliana. Ma Ezio quando attacca i suoi lo fa per rabbia e per delusione. Come un amante tradito attacca perché Capuano, al netto di difetti e pregi, è uno che ci mette l’anima. Lo si ricorda ancora quasi in lacrime al termine di uno Juve Stabia-Salernitana dominato dalle sue vespe ma vinto dai granata su rigore. Quando finalmente la sfida a distanza era vicina ed anche la vittoria era a un passo. Ma quella sfida doveva essere davvero presa come un segno del destino. Un destino che Capuano insegue, di piazza in piazza, di dichiarazione in dichiarazione, di spettacolo in spettacolo, Sperando prima o poi di fermarsi nella sua. Ovvero a Salerno, quando forse il giorno delle promesse con le consuete frasi di onore di essere qui e gloria avranno davvero un senso. Ma arriverà davvero quel giorno? In bocca al lupo mister