Di Adriano Falanga
Pronto soccorso Ospedale Scarlato, tutto cambi affinché nulla cambi. Probabilmente è l’unica struttura pubblica in Italia “riaperta” almeno tre volte pur restando sempre chiusa. Sono due i piani ospedalieri presentati dagli ultimi due governi regionali in cui è stata prevista la sua riapertura e ad ogni campagna elettorale l’argomento diventa impellente e indispensabile. Ma il tutto resta nel libro dei sogni, perché la Campania, dopo la gestione sanitaria ad opera della Giunta Bassolino, resta ancora oggi commissariata dal Governo centrale. <<Tempo un anno e mezzo, e Scafati potrà, forse, riavere il suo Pronto Soccorso, collegato ad un ospedale efficiente>> così i titoloni dei giornali nel maggio 2016, quando il dimissionario commissario per l’emergenza Sanità in Campania, Joseph Polimeni, presentò il nuovo piano ospedaliero dell’era Enzo De Luca, governatore della Regione Campania da due anni oramai. Un anno prima, in piena campagna elettorale per il rinnovo del consiglio regionale, fu l’uscente Stefano Caldoro a presentare un suo piano ospedaliero, a cinque anni esatti dal famigerato decreto 49/2010 che di fatto aveva scippato gli scafatesi del loro pronto soccorso. Sia nel 2015 che ad oggi, entrambi i piani sono fermi in attesa di approvazione del Ministero delle Finanze e della Salute. <<Comincia la grande sfida per fare di quella della Campania una sanità leader>>. Così il Governatore della Regione Campania Enzo De Luca nel maggio2016, quando fu presentato il nuovo Piano Ospedaliero. <<Vogliamo eliminare le liste d’attesa lunghissime, la mobilità passiva con 300 milioni di euro che regaliamo a Regioni del Nord per il trasferimento dei nostri malati sviluppare reti emergenza e urgenza, e sviluppare seriamente per la prima volta la medicina territoriale>>.
Sembrava fatta, e siccome il Presidente del Consiglio era uomo piddino, Matteo Renzi, a Scafati era salito l’ottimismo. Ma sul cavalcavia Moscati, dove c’era il secondo Pronto soccorso della provincia salernitana (quanto a prestazioni annuali), resta ancora la desolazione. Ma le cose non stanno esattamente così. La Sanità in Campania non solo non migliora, ma peggiora. Il Ministero ha infatti stilato l’annuale classifica, regione per regione, sui livelli essenziali di assistenza (Lea): I risultati si riferiscono al 2015 e ai primi mesi del 2016. La Campania non è mai stata così indietro: nella classifica le sono stati assegnati 99 punti, ben lontani dai 139 ottenuti nella classifica di due anni fa e persino dai 109 ottenuti nel 2009, quando la Sanità regionale cominciava il suo percorso di ripresa dal deficit. Fanalino di coda tra le regioni italiane, superata anche dalla Calabria. <<Il dato della Campania è davvero preoccupante perché, rispetto al 2014, dove la regione raggiungeva un punteggio di 139 punti, nell’ultimo anno si è notato un calo di ben 40 punti>> a dirlo è il ministro Beatrice Lorenzin all’Ansa, il 31 marzo scorso. Si allontana in questo modo la possibilità di riapertura del Pronto Soccorso del Mauro Scarlato, perché, condizione essenziale per uscire dalla fase commissariale e quindi poter attuare il nuovo piano ospedaliero, è il raggiungimento della soglia stabilita per i Lea. Appuntamento alla prossima campagna elettorale.
PERCHE’ fu chiuso il pronto soccorso
Era il 29 Aprile 2011, quando a seguito del decesso della giovane Maria Rosaria Ferraioli l’ospedale Mauro Scarlato subì un’ispezione dei Nas che portarono al sequestro del blocco operatorio, provocando di fatto un’accelerata sui tempi di riconversione della struttura, già destinata a diventare centro di riabilitazione, senza pronto soccorso. Il 1° Maggio il primo cittadino di Scafati Pasquale Aliberti denunciò presso la locale Tenenza dei Carabinieri, onde “tutelare la salute dei miei concittadini” tutte le precarietà e inadeguatezze degli ospedali della provincia. Il messaggio che passò fu: Perché la Procura chiude solo Scafati? A quel punto fu inevitabile la risposta di Giovanni Francesco Izzo, procuratore capo di Nocera Inferiore. In un comunicato stampa il dottore Izzo chiarì ogni dettaglio. “A seguito degli accertamenti eseguiti dai Carabinieri dei Nas ci veniva comunicato che le tre sale operatorie erano in condizioni di totale inadeguatezza – scriveva Izzo il 24 maggio 2011 – tuttavia i magistrati delegati alle indagini predisponevano il sequestro dei due blocchi operatori con carenze più gravi, onde consentire l’utilizzazione in casi urgenti del terzo blocco, nelle more di adeguamento degli altri due”. Poi il retroscena: “Il funzionario operante dell’Asl, dottoressa Bellissimo Anna, riteneva doversi sospendere tutte le attività operatorie perché in ogni caso non sarebbero mai stati erogati i fondi occorrenti per l’adeguamento delle strutture, giacché il piano regionale di ristrutturazione sanitaria prevedeva la riconversione dello Scarlato”. Il procuratore Izzo concludeva la nota stampa aggiungendo ancora: “Nessuna richiesta di dissequestro finalizzata all’esecuzione dei lavori oggetto di prescrizione fu mai fatta pervenire al giudice – poi quanto alla querela di Aliberti – deploro questo modo sconsiderato di adire l’autorità giudiziaria tipico di chi crede che una questione giudiziaria di profonda rilevanza sociale sia assimilabile ad una partita di calcio, o peggio, ad una contesa di carattere politico”.
“SILENZIO DAL PD REGIONALE”
Non mancano le polemiche rispetto all’inerzia del Partito Democratico regionale sul tema Ospedale Scarlato. Appena due giorni fa furono i Cinque Stelle di Scafati in Movimento a lanciare il sassolino. <<Il Presidente della nostra martoriata Regione è Vincenzo De Luca, esponente del Pd. Aliberti, Paolino, Caldoro sono il passato, ed hanno le loro responsabilità, ma voi governate da due anni la regione. Un ospedale che ormai manca poco alla completa chiusura non merita attenzione? Il “caso” Helios non vi tocca?>>. Sulla Helios si potrebbe aprire un discorso a parte, considerato che il vice governatore regionale, e assessore all’Ambiente, è il Democrat Fulvio Bonavitacola. A sostenere la tesi del M5s, seppur su posizioni politiche totalmente opposte, è l’ex presidente del consiglio comunale della Giunta Bottoni, oggi vicino ad Art.1, Domenico Cuomo. << Il silenzio assordante su questi problemi, ad oltre due anni dalle manifestazioni di piazza, più o meno partecipate e dai proclami di campagna elettorale dell’autoproclamatosi salvatore della patria, mi preoccupa non poco. Tali problemi erano di una gravità enorme e continuano a rimanere tali senza che la gente comune avverta una seppur piccola speranza>>, si legge sulla sua pagina social.