La cannabis può essere legalizzata ma devono occuparsesene i monopoli dello Stato. A sostenerlo è il procuratore mnazionale antimafia Franco Roberti, intervenendo sull’argomento, attraverso un’intervista rilasciata a La Repubblica, «Prima di parlare di legalizzazione della cannabis, nei suoi più precisi termini, mi fate dire come si rafforza la strategia contro le droghe pesanti?». Sottolinea Franco Roberti, già procuratore a Salerno. «Il mio pensiero è che se questa scelta va attuata, deve essere assunta a una condizione: che se ne occupino i Monopoli». E’ stato il sostituto procuratore presso il tribunale di Napoli John Woodcock a lanciare l’appello a favore della legalizzazione della cannabis. Appello che è stato già raccolto da importanti esponenti della magistratura. Roberti è anche intervenuto sull’ipotesi di un partito di magistrati pro legalizzazione. «L’immagine di un “partito” dei magistrati per la legalizzazione, essa non solo non è reale, perché esistono orientamenti e pareri diversi; ma anche perché non rispecchierebbe la complessità e anche l’impegno e la partecipazione civile e sociale che non può essere vietata ai magistrati, e che comunque arricchisce un dibattito magari utile al paese. E al legislatore». E poi precisa:«Non si tratta di dettare condizioni, ma di precisare priorità e articolazioni di una strategia. Abbiamo già avuto modo di segnalare come, di fronte all’incredibile incremento dell’uso e dello spaccio di droghe leggere – un vero e proprio boom che ormai conta 3 milioni di consumatori abituali solo nel nostro paese – l’azione di contrasto ai cartelli criminali e al terrorismo tende a potenziare i suoi strumenti e le sue risorse investigative contro i narcos, contro i trafficanti e i grandi riciclatori con i loro spaventosi volumi d’affari, e il relativo inquinamento dell’economia a livello internazionale. Comprensibilmente, io dico, si razionalizza su quel fronte della cannabis l’impiego delle forze dell’ordine, che comunque sono sul campo, specie in alcune realtà del paese, con grande impegno e abnegazione. Secondo il procuratore nazionale antimafia è fondamentale stilare le priorità. «E non può che essere prioritario concentrarsi nella lotta contro gli imperi criminali dei narcos e le droghe pesanti e sintetiche. Roberti non lesina di delineare anche in che modo potrebbe avvenire la legalizzazione delle droghe cosiddette leggere. «Deve essere lo Stato nella sua centralità, e in via esclusiva, a occuparsi della coltivazione, lavorazione e vendita della cannabis e dei suoi derivati. Così spottrarremo spazi di mercato alle organizzazioni criminali come ‘ndrangheta e camorra, o ai clan nord africani, afgani, albanesi”. Ovviamente impensabile la gestione demandata a ragazzi o coop di giovani. «Non si può correre il pericolo che i criminali rientrino dalla finestra».