di Andrea Pellegrino
«A seguito delle dimissioni da sindaco per gli avvisi di garanzia che gli piovevano quotidianamente addosso, Giordano fu costretto ad inseguire i suoi consiglieri comunali socialisti affinché votassero De Luca sindaco. Ad esempio Michele Ragosta non voleva ciò». I ricordi sono tanti di quell’epoca e Gabriele Cavallaro, dirigente Psi di allora e collaboratore del sindaco Giordano ricostruisce quel tempo. «Ricordo ancora – dice – la guerra che Giordano dovette combattere per la pedonalizzazione del Corso con i commercianti che si opponevano. Ricordo, ancora, Carmelo Conte contrario alle dimissioni di Giordano, che fu convinto, invece, dall’amico e compagno avvocato Lorenzo De Bello, noto penalista, che aveva intuito ciò che stava accadendo. Fu lo stesso De Luca – prosegue Cavallaro – ad avvertici davanti alla federazione provinciale di via Conforti che erano in arrivo provvedimenti giudiziari gravi».
E non mancano nuove adesioni all’iniziativa di Cronache. Sì all’intitolazione di una strada o una piazza all’ex sindaco socialista anche dal consigliere comunale Luigi Bernabò, le cui origini politiche sono proprio socialiste. «Ha rappresentato la vera svolta a sinistra di Salerno. Ha lasciato un segno tangibile e tracciato un percorso poi ripreso da Vincenzo De Luca. Penso che un riconoscimento gli sia dovuto quale atto di memoria e di riconoscenza. Ricordare Giordano ma così anche Menna (mio nonno è stato vicesindaco del commendatore, ricorda Bernabò), è un atto indispensabile per la città di aiuto anche per la memoria delle future generazioni che hanno il diritto di conoscere la storia e gli uomini di Salerno».
C’è anche Sergio Valese, storico esponente della Destra, già consigliere comunale che ricorda Giordano, e dice: «Non sono in disaccordo con la proposta di intitolazione di una piazza o una strada a Vincenzo Giordano. In fondo il professore Giordano avrebbe meritato maggiore considerazione per il suo impegno e la passione civile profusa nel suo lavoro di amministratore, da parte delle istituzioni pubbliche. E, probabilmente, anche dai salernitani che lo hanno dimenticato in fretta». Inoltre, prosegue Valese: «Ho e c’è nostalgia per il tempo in cui le divisioni nascevano da visioni diverse della politica e dai programmi amministrativi che avevano direttrici coerenti con quelle visioni. I personalismi non erano determinanti. Giordano anche in questo fu coerente e per questo merita rispetto anche da parte di chi, come me, appartenevo ad un altro schieramento».