di Enzo Sica
BENEVENTO. Applausi per la squadra granata al termine del derby con i calciatori che da centrocampo hanno salutato i loro tifosi nello spicchio dello stadio Vigorito loro riservato. Il grido degli ultras è echeggiato forte e chiaro ma la cosa confortante è una sola. Che da ieri sera la prestazione dei granata potrebbe far ricompattare il connubio pubblico e squadra. Certo c’era voglia, tanta, di resettare tutto dopo le ultime prestazioni non esaltanti e ripartire con il piede giusto prendendo questo punto di ieri come oro colato. Ecco quello che voleva e chiedeva l’allenatore Bollini alla vigilia della gara di Benevento. E che alla fine, crediamo, si è verificato. Forse, aggiungiamo, ci voleva davvero poco per lanciare il cuore oltre l’ostacolo. Intensità, carattere, grinta. Ecco questa è la Salernitana che soffre in dieci uomini per oltre 55′ minuti dopo l’espulsione di Odjer, accarezza fino al 43′ della ripresa il sogno di portar via l’intera posta in palio e riesce a bloccare il Benevento che solo a pochi minuti dalla fine con Ceravolo, su rigore per un fallo inutile, crediamo, di Busellato su Viola, riesce a pareggiare. Eppure proprio la rete di Massimo Coda, un lottatore, un guerriero, sempre dagli undici metri, nel primo tempo (fallo di Pezzi su Improta) aveva fatto sperare di portare via quella vittoria che poteva essere davvero un toccasana in questo momento della stagione. D’altro canto gli oltre mille appassionati che hanno seguito la propria squadra al e che hanno esposto un solo striscione: con riferimento alle ultime prestazioni non certamente esaltanti e ad una settimana davvero nera con polemiche e tanti veleni hanno incoraggiato i propri beniamini proprio perché in questo particolare momento c’era bisogno di ricompattarsi. Tutti. Ed il derby di Benevento, che è stato davvero bello, doveva in un certo qual modo esorcizzare anche gli ultimi precedenti delle due squadre reduci entrambe da due sconfitte consecutive. La beffa finale, il veleno nella coda, per la Salernitana è giunta quanto meno te lo aspettavi. Perché la squadra aveva resistito agli attacchi dei sanniti ed anche mettendo in vetrina un portiere Gomis davvero eccezionale che ha fatto delle grandissime parate cadendo solo sul rigore finale realizzato da Ceravolo giunto come Coda ad 11 reti in 29 gare. Non c’era Rosina. Il capitano era in panchina. Bollini ha cercato quegli equilibri con Zito e Improta sulle fasce. E i due si sono comportati benissimo fin quando sono stati in campo. E forse l’assenza dell’ex catanese ha fatto riequilibrare una squadra che ha sofferto in molte gare precedenti non riuscendo, se non in rare circostanze, a trovare il bandolo della matassa. Benevento come punto di partenza, dunque, per la Salernitana per trovare quei punti necessari per arrivare presto alla sponda salvezza. Dare continuità ai risultati proprio per non perdere di vista l’obiettivo primario. Ma anche per migliorare il gioco che anche ieri si è visto a sprazzi. Con ampia giustificazione perché giocare in dieci uomini per oltre un tempo non ti poteva permettere di sbilanciarti troppo. Eppure la squadra granata ha cercato, prima del pari dei sanniti, anche il raddoppio in inferiorità numerica. Prima Coda e soprattutto Sprocati con un tiro a girio di rara bellezza hanno avuto l’occasione favorevole per raddoppiare. Ma la bravura di Cragno, il portiere beneventano, è emersa ed è finita con questo pareggio che alla fine potrebbe anche accontentare tutti con quel pizzico di rammarico per la Salernitana che forse senza quella espulsione del primo tempo poteva portare a casa l’intera posta in palio.