di Pina Ferro
“Vieni che proviamo la bambina”.
Organizzava incontri sessuali alla figlia di 12 anni con un 80enne per 5, 10 e 15 euro. Una 31enne residente a Pontecagnano, assuntrice di stupefacenti, è stata arrestata, ieri mattina, con l’accusa di induzione alla prostituzione. Lei stessa si prostituiva per pochi euro ed in un caso non ha esistato ad estorcere denaro ad uno dei suoi clienti.
Una vicenda di squallore e degrado quella a cui hanno messo la parola fine i carabinieri della compagnia di Battipaglia in esecuzione di un’ ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del Tribunale di Salerno, Stefano Berni Canani, su richiesta del sostituto procuratore Elena Guarino. La donna madre di due figlie di 12 anni e 3 mesi è stata ammanettata e trasferita nel carcere di Avellino. Solitamente la normativa prevede il non trasferimento in carcere di genitori con prole al di sotto dei tre anni. In questo caso, invece, la 31enne è stata associata ad un istituto di pena in virtù dell’articolo 285 bis del codice di procedura penale il quale prevede il trasferimento il carcere anche in caso di figli al di sotto dei tre anni se esistono elementi di rilevanza eccezionale. E’ rifacendosi a tale articolo che il Gip ha disposto il trasferimento in un istituto di pena attrezzato ad accogliere anche il neonato. La 31enne, vedova e con un nuovo compagno attualmene rinchiuso in carcere per un definitivo di pena per reati sessuali, è nota negli ambienti della prostituzione. La dodicenne è figlia al primo marito, mentre la piccola di tre mesi l’avrebbe avuta con l’attuale compagno. L’inchiesta che ha portato alla luce la squallida vicenda è nata quasi per caso ed all’interno di un’altra indagine che la vedeva intercettata. E, proprio nel corso dell’intercettazione è venuta fuori una conversazione con un ottantenne di Pontecagnano che ha messo in allarme gli investigatori. Nella telefona si parlava di prostituzione di una bambina. L’anziano in questione al momento non è indagato in quanto non sono stati riscontrati gravi indizi di colpevolezza.
La 31enne invece e accusata di prostituzione minorile in danno della figlia 12enne convivente, nonché del delitto di non avere impedito ad altri il compimento di atti sessuali con la figlia minorenne, ed infine di estorsione continuata.
Le intercettazioni poste in atto da giugno a settembre 2016, hanno fatto emergere che la donna aveva sfruttato, e comunque organizzato, la prostituzione della figlia adolescente conducendola con se ad appuntamenti finalizzati al compimento di atti sessuali ed offrendola ripetutamente ad un 80enne dal quale riceveva in cambio modeste somme di denaro (dai 5 ai 15 €uro).
Dalle indagini e inoltre, emerso che la donna in alcuni casi,per stimolare il desiderio sessuale dell’anziano lo contattava spacciandosi per la figlia minorenne, imitandone la voce, offrendosi di incontralo presso la la sua abitazione per compiere atti sessuali. All’indagata e stato contestato anche il reato di estorsione continuata in danno di un uomo di 4 7 anni, con il quale la stessa aveva intrattenuto, negli ultimi tempi, rapporti sessuali. La donna oltre ad offrire al 47enne sesso a pagamento aveva racclto anche la delusione e l’amoro sfogo del cliente circa il suo matrimonio. Con la moglie pare non avesse pù buoni rapporti.
L’indagata, comincia a ricattare il cliente minacciando di raccontare alla moglie il tradimento del marito. Ovviamente il silenzio aveva un prezzo. Il 47enne ha sempre pagato pur di tenere “buona” la 31enne. E somma dodo somma alla prostituta ha versato 4000 euro. Quando l’uomo ha minacciato di denunciarla, lei non si è affatto spaventata, anzi ha rincarato la dose dicendo che aveva un video del loro primo incontro sessuale (cosa non vera) che avrebbe mostrato alla moglie alla quale avrebbe anche detto che lo stesso era il padre naturale della figlia nascitura. II Giudice per le Indagini Preliminari, su conforme richiesta della Procura, ha inoltre nominato un curatore speciale alla adolescente persona offesa dal reato individuato nella persona dell’avvocato Viviana Caponigro. L’adlescente al momento è affidata ai nonni materni ma il Gip è intenzionato a chiedere il trasfermento in una casa famiglia oltre regione. L’arrestata sarà interrogata nelle prossime ore. Quando è stata ammanettata la stessa si è difesa affermando di non aver mai venduto la figlia.