Di Adriano Falanga
Un anno fa l’abbandono definitivo al progetto del Polo Scolastico, un anno fa sfumava quello che sicuramente è stato il “grande sogno” dell’amministrazione Aliberti. Un’opera che ha visto andare in fumo 9 milioni di finanziamento regionale attraverso i fondi Piu Europa. Un progetto nato male, e finito peggio. Nulla è mai filato liscio, i più ricorderanno i problemi e ritardi accumulati fin dall’approvazione del progetto esecutivo, quando i progettisti validatori non furono in sintonia con i progettisti dell’impresa appaltatrice, la Tyche di Scafati. La vertenza fu definita solo grazie all’approvazione di una variante in corso d’opera da 400 mila euro, per delle modifiche al progetto. L’inaugurazione del cantiere il 9 luglio 2014, in prossimità della festa patronale. Una decisione che rischiò di mandare in tilt i festeggiamenti, in quanto l’area ex Del Gaizo, interessata dal cantiere, era la stessa che da anni ospitava il parco giochi itinerante e una parte di parcheggio. “Stiamo aspettando da sei mesi l’inizio dei lavori del polo scolastico e l’amministrazione non trova di meglio che consegnare i lavori alla vigilia della festa. Questa decisione è da incoscienti. Bastava posticipare di 10 giorni”, parole di Michele Raviotta, quando ancora era opposizione. Dentro il nascente Polo doveva essere ospitata anche la media Anardi, unica scuola comunale infatti a non aver beneficiato di un solo euro di fondi europei per la sua riqualificazione. A che pro, se la struttura era destinata alla dismissione, se non addirittura all’abbattimento? Letta così anche la recente chiusura per la sostituzione della caldaia, con l’avvio dei doppi turni presso la succursale di via Della Resistenza, assume un aspetto chiarificatore. Zero manutenzione per zero investimenti, come stipulare una polizza vita ad un malato terminale.
Partiti i lavori, a dicembre 2014 i carabinieri in sopralluogo al cantiere accertano violazioni in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro e irregolarità in materia di previdenza e posizioni assicurative, denunciando due persone. Nel momento in cui viene terminato, e saldato il primo Sal, la Tyche abbandona il cantiere. La diatriba nasce nel momento in cui dallo scavo sono emersi materiali di risulta della precedenti costruzioni. Una quantità elevata e non preventivata, la cui rimozione comporta un costo tale da non poter essere compreso nel quadro economico del progetto. Il braccio di ferro tra l’amministrazione comunale e l’impresa su chi dovesse accollarsi il costo finisce con la risoluzione del contratto e successivo contenzioso in Tribunale. Vertenza che costerà, almeno fino ad oggi, 40 mila euro di sole spese legali, oltre i 270 mila euro necessari per lo smaltimento dei rifiuti lasciati sul cantiere dall’impresa appaltatrice. Dopo l’abbandono del cantiere, l’area fu sequestrata ad aprile 2014 dai Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Salerno. Secondo il Noe i rifiuti risultavano illecitamente stoccati in assenza della prescritta iscrizione/autorizzazione, in violazione della normativa ambientale, rifiuti tra l’altro completamente esposti agli agenti atmosferici, direttamente su nudo terreno e senza sistema di raccolta e/o regimentazione delle acque meteoriche e di dilavamento.
LA SPERANZA NEI RETROSPETTIVI
Si arriva così a gennaio 2016, quando all’orizzonte sorge una possibilità di recuperare una parte del progetto, il primo piano della scuola e la palestra. La soluzione per la relativa copertura economica sembra stare nei “progetti retrospettivi” e cioè lo spostamento contabile su progetti già realizzati con altri fondi nazionali. “La somma complessiva del nuovo accordo di programma che firmeremo a breve in Regione Campania è di circa 11 milioni di euro – spiegava un anno fa Pasquale Aliberti – fondi che saranno utilizzati oltre che per la realizzazione del Polo Scolastico anche per le nuove opere pubbliche che stiamo valutando di inserire nella programmazione”. Poi la decadenza, l’antimafia, la commissione d’accesso, l’inciucio in consiglio comunale, le denunce, gli esposti, le lettere anonime, i proiettili, i consigli comunali abusivi e infine la richiesta d’arresto con conseguente dimissioni del primo cittadino. In un incontro pubblico, dal sapore elettorale in apertura procedimento decadenza (novembre 2015) Pasquale Aliberti spiegò ai suoi elettori: “Sono indagato per dichiarazioni rese sul Polo Scolastico. Non so ancora da chi, lo saprò più avanti. Un’inchiesta che partiva dalla bomba fatta esplodere a casa della famiglia dell’ex consigliere D’Alessandro”. Un anno dopo si è scoperto che le motivazioni erano più articolate e delicate, e ad essere messa in discussione era la sua condotta politico e amministrativa, frutto di alcune sue presunte scelte elettorali, che gli sono costate la richiesta d’arresto per voto di scambio politico mafioso. Quella firma al nuovo accordo di programma però non è mai arrivata, dal primo annuncio è passato un altro ancora. Oggi in Regione Campania governa Enzo De Luca. Nei giorni scorsi l’appello di Monica Paolino: “Un ulteriore ritardo, metterebbe seriamente a rischio l’utilizzo dei 10,5 milioni di euro, che Scafati era riuscita a garantirsi, grazie alle opere pubbliche realizzate negli anni passati. E’ auspicabile, pertanto, alla luce della tempistica di spesa che ci impone l’Europa, che la gestione commissariale si attivi nell’immediato, a ragionare con la struttura regionale”. In via Oberdan, dove una volta c’erano il glorioso palazzetto dello sport, i campi da tennis, la scuola materna, oggi esiste solo un enorme cratere di circa 15 mila mq, e sul perimetro di confine ancora uno striscione, oramai sbiadito: Orgogliosi di Scafati.