di Luigi Pizza*
L’identità di una comunità si struttura e si costruisce anche attraverso il riconoscimento delle proprie tracce civili e politiche oltre che storiche culturali e religiose. Il professore Vincenzo Giordano, così mi piace con affetto ricordarlo, risulta parte integrante di questo processo di stratificazione della memoria storica e collettiva della nostra comunità. Nel mio ricordo è legato al periodo della cosiddetta “onda socialista” che a Salerno relegò in un angolo la Democrazia Cristiana mandandola all’opposizione del governo della città. A quel tempo (1987) ero già amministratore dell’ex Usl 53, componente del comitato di gestione, a guida democristiana e la vittoria socialista fin da allora si fece sentire, realizzando la coalizione alternativa cosiddetta laica e di sinistra, insediando alla guida il repubblicano e compianto collega, dottor D’Aniello. Nel 1990, eletto consigliere comunale nella lista della Dc, allora capogruppo il carissimo e compianto amico avvocato Michele Scozia, si realizzò una opposizione ideale e anche di duro confronto sul modello di sviluppo della nostra città. Ebbene, il professore Vincenzo Giordano, riuscì ad incarnare appieno l’intuizione socialista di promuovere una sorta di opzione territoriale, il Sud, attraverso la riforma della “Legislazione meridionalistica”, della politica di sviluppo dell’area mediterranea e nel segno di una nuova, più moderna e decisa governabilità, sostenuta con forza e convinzione dal governo Craxi e dall’allora ministro delle aree urbane, onorevole Carmelo Conte. In questo nuovo contesto politico Vincenzo Giordano, gettò le basi del nuovo modello di sviluppo della città avviando e concretizzando la originale fase della programmazione decentrata affidata agli Enti locali. Pertanto, a mio sommesso avviso, Vincenzo Giordano entra di diritto nella storia di questa città ed è più che lodevole e preziosa la vostra iniziativa.
*ex consigliere comunale della Democrazia Cristiana