Le elezioni provinciali di domenica 8 gennaio consumeranno ancora di più la frattura tra popolo e potere, tra logiche di palazzo e problemi reali della gente.” Lo afferma in una nota il presidente della commissione trapsarenza, il consigliere comunale avvocato Antonio Cammarota.
“Sarà, quindi, come è stato, il voto della casta per il potere senza il popolo”, afferma Cammarota, che ricorda come due anni fa “l’affluenza altissima, l’attivismo delle segreterie politiche e dei gruppi di potere, vedere in fila tutti i consiglieri e gli amministratori della Provincia di Salerno nelle scale di Palazzo S. Agostino in attesa di votare e la gente fuori, rappresentano uno spettacolo che ricorda quello della Reggia di Versailles”.
“Eppure”, ricorda Cammarota, “l’Ente Provincia è riferito in Costituzione insieme alla sovranità popolare, ovvero con l’obbligo di eleggere direttamente da parte del popolo queste istituzioni, per cui, se si elimina il suffragio popolare sostituendolo con una elezione di secondo grado, ovvero quello dei Consiglieri, lo si deve con una riforma della Costituzione, che il referendum del voto popolare ha invece bocciato”.
Dunque, la decisione di Cammarota, che “così come nel 2014, nonostante il voto del consigliere del comune capoluogo sia particolarmente “pregiato” e “ricercato” e “politicamente” ben pagato, non andrà a votare, perché le istituzioni senza popolo non valgono nulla”, conclude Cammarota, che continuerà invece ad impegnarsi per restituire “la bella politica ai veri valori di libertà, partecipazione, meritocrazia e democrazia, e non più all’arroganza dei gruppi di potere”.