di Pina Ferro
Morì a soli 12 anni nelle acque del litorale di Capaccio. Per il decesso di Angela Angelino, ieri il gup Perrotta ha rinviato a giidizio tre persone, si tratta di Stefano Mauro, titolate dello stabilimento balneare in cui avvenne la tragedia, del bagnino Amedeo Milite e del appartenente alla Capitaneria di Porto Raffaele Taddeo.
Il titolare del lido e il bagnino sono accusati di omicidio colposo mentre il militare di falso in atto pubblico e favoreggiamento. Nel dettaglio Mauro sarebbe reo di non aver esposto la bandiera rossa di divieto di balneazione viste le condizioni del mare di quel giorno, il bagnino Milite di essere stato distratto e Taddeo di alcune anomalie nel sopralluogo effettuato dopo la tragedia. A costituirsi parte civile sono stati i genitori dell’adolescente deceduta attraverso il legale Giovanni Giordano del foro di Napoli. Nel collegio difensivo vi sono gli avvocati Natale, Caliendo e Raeli. La vittima era residente a Caivano e con la famiglia era in vacanza a Paestum.
La tragedia si è consumata il 31 luglio del 2014: in quel giorno il mare era alquanto mosso ma Angela Angelino, probabilmente si sentiva sicura. Angela si tuffò insieme al padre in acqua nonostante fosse stato segnalato che il mare era agitato e si sconsigliava di tuffarsi. L’adolescente, che non sapeva nuotare, sarebbe stata trascinata al largo dalla corrente insieme al genitore. Quando le loro grida hanno destato l’attenzione dei presenti sull’arenile, alcuni bagnanti alcuni bagnini si sono lanciati in acqua. Il padre è stato trascinato a riva, ma per Angela non c’è stato niente da fare. Quando è stata recuperata era già morta. Sul posto intervennero l’autorità giudiziaria, il medico legale e le forze dell’ordine che effettuarono i rilievi di rito.