Se c’è una persona che non capisce di calcio è proprio Sannino. Ammetto subito il mio errore iniziale, quando fu ingaggiato per coprire il buco della barzelletta Inzaghi. Finalmente un tecnico fuori dal giro laziale, motivato nel riscattare una serie di esoneri. Sembrava l’uomo giusto. Sbagliato. Ho sbagliato. Perché alla sua pochezza tecnica si aggiunge anche la presunzione di essere allenatore. Ora se è coerente con quello che ha detto, non solo al termine della partita, ma anche una decina di giorni fa a cena in un ristorante alla presenza anche di un collega, deve immediatamente dimettersi. Al di là dei risultati –scarsi- perché non può stare in una piazza che non stima e ancora peggio ha preso in giro quando nelle settimane addietro, ne parlava in termini lusinghieri. Salerno, in qualsiasi categoria, ha avuto sempre, anche se non da parte di tutti, la dignità di portare in alto il proprio nome e la propria bandiera granata. Sannino, oltre ad essere una capra come direbbe Sgarbi, è anche un ignorante. Nel senso che ignora la storia tecnica della Salernitana. Che non avrà vinto scudetti ma che ha fatto la storia del calcio italiano. Cominciando dal Vianema che rivoluzionò il modo di fare calcio nel dopoguerra (sarebbe più corretto dare il giusto merito a Valese ma questa è un’altra storia). Per non parlare di Tom Rosati o di Delio Rossi. Potremmo continuare a lungo ma è inutile perdere tempo con uno come Sannino. Ora se ne deve andare se ha un po’ di dignità, cosa di cui dubito, per non trascinare anche la squadra negli abissi. E mi auguro, che almeno questa volta, i tifosi granata, tornino ad essere la vera forza della Salernitana e in grado di non abbassare la testa davanti al pelato uomo di Ottaviano, col vezzo tutto suo di incidere le proprie iniziale sul collo della camicia. Se ne vada.
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