Di Adriano Falanga
“Bisogna aprire una nuova stagione politica a Scafati, non è possibile assistere all’agonia di un’amministrazione, mentre la città attende risposte”. Non ha dubbi Mario Santocchio, bisogna restituire la parola alle urne e agli scafatesi, e questo indipendentemente dall’azione della magistratura e dalle decisioni del Ministero Dell’Interno sull’opportunità di sciogliere o meno il consiglio comunale. Mandare a casa Aliberti è certamente possibile, e ad un anno esatto dalla fase della decadenza, questa volta a voler dimettersi non è la maggioranza ma le forze di opposizione. Occorrono tredici firme, tanto quanto sono i consiglieri comunali che siedono tra i banchi opposti a quelli degli alibertiani. “Sono pronto a firmare per chiudere una volta per tutte questa bruttissima pagina di storia locale – spiega Santocchio – Scafati ha bisogno di una nuova alba e senza dubbio bisogna archiviare questa gestione della cosa pubblica che ha prodotto solo danni sotto tutti i punti di vista”. D’accordo anche il capogruppo di Fdi, Cristoforo Salvati: “Credo che rappresenti l’unica via di uscita dalla grave caduta di immagine della nostra città che subisce quotidianamente con le gravi accuse dei collaboratori di giustizia per il presunto voto di scambio politico elettorale di tipo mafioso di Aliberti e Company. Dobbiamo rimettere in gioco la fiducia nella politica libera da parte della città sana per poter ricostruire il senso dello Stato e della buona istituzione scevra da condizionamenti della criminalità’ per riportare la serenità’ nella macchina comunale e nei dirigenti liberi ed autonomi dalla politica”. La sensazione è che l’inerzia sia dovuta all’attesa di chissà cosa, da parte della magistratura. Salvati però prende le distanze: “Non possiamo delegare alla magistratura e ai tempi della giustizia le decisioni che spettano alla politica, pur rispettando la loro opera ma dobbiamo assumersi la responsabilità che la comunità ha voluto darci con il loro voto libero e non inquinato e che attende risposte chiare ed immediate per poter archiviare la pagina più brutta della politica dal 92 ad oggi”. Pronto a dimettersi anche Michele Grimaldi, Pd: “E sono anche pronto a discutere una mozione di sfiducia in consiglio comunale. La nostra città è bloccata da un punto di vista politico e amministrativo, causa l’attaccamento alla poltrona del Sindaco: credo sia ora di guardare avanti”. A Grimaldi fa eco il collega di partito Michelangelo Ambrunzo: “La città è senza guida da due anni. La politica Scafatese è diventata una continua faida. Di certo il commissariamento non mi appassiona, ma a questo punto chiedo sia necessario. Per questo motivo, e non altro, sarei pronto a dimettermi. Una decisione che dovrò però condividere con il mio partito”. Disponibilità anche dagli ex di maggioranza, in primis quella di Alfonso Carotenuto: “ero e sono fortemente critico sull’operato di questa amministrazione. Al di là di qualche sacchetto dei rifiuti fatto rimuovere (atto dovuto) non vedo da mesi nulla di concreto. Se dovesse essere estrema ratio per sbloccare la situazione credo che potrei seriamente prendere in considerazione l’ipotesi”.
Pasquale Coppola, presidente del consiglio comunale, è stato più volte schernito dallo stesso Aliberti per il suo “attaccamento” alla poltrona, il primo cittadino durante il voto bilancio di giugno disse ironicamente: “sono certo che Coppola starà pregando affinché io non cadi”. Oggi l’ex alleato inverte la rotta, e si dice pronto alle dimissioni. “Se ci sono i 13 consiglieri sicuramente sì, la città è ferma sta subendo tutte le conseguenze di una gestione che di fatto non c’è più. Paghiamo le troppe campagne elettorali. Fu uno dei motivi che mi fece allontanare dal primo cittadino”. Più cauto il collega e braccio destro Pasquale Vitiello. “Dopo il voto al bilancio che ha consegnato una maggioranza diversa e comunque risicata al Sindaco, con l’ingresso nella stessa del gruppo del Cotucit quali “salvatori di Scafati”, gli stessi non hanno presenziato, forse per senso di responsabilità, gli ultimi due consigli comunali mettendo in difficoltà numerica l’amministrazione cittadina – spiega il capogruppo Pdl – Infatti con i voti dell’opposizione, anche quella “violenta” , sono passate non solo le proposte dalla stessa presentate ma anche quelle proposte dalla maggioranza. Alla luce di ciò, con una mancanza palese della maggioranza più che le dimissioni dei consiglieri sarebbe opportuno, con un atto di “dignità politica” nei confronti della città, che il Sindaco rassegnasse le dimissioni”. Vitiello poi svela: “Comunque l’opposizione di centro destra, elettiva e sopraggiunta, sta lavorando per presentare una mozione di sfiducia all’amministrazione come momento democratico. Se poi, si dovesse passare per le dimissioni, sarei personalmente pronto, a condizione che i dimissionari appartengono tutti all’attuale opposizione”. Un “ni” anche da Stefano Cirillo, con Daniela Ugliano e Bruno Pagano da poco passati in minoranza. “Tocca ad Aliberti prendere atto che non ha più una maggioranza. Se davvero ci fossero i numeri e un progetto di ripartenza nel centrodestra, io ci sto, ma il fine non può essere solo quello di far cadere il sindaco. E poi?” ammonisce Cirillo. Noi restiamo dell’idea che invece occorre una scelta consapevole di tutto il consiglio comunale, una semplice presa d’atto, di una maggioranza che non c’è più, e di un consiglio comunale oramai esaurito. Dimissioni di tutti.