Bacio Accademico per le violiniste Donatella e Annastella Gibboni - Le Cronache
Cronaca

Bacio Accademico per le violiniste Donatella e Annastella Gibboni

Bacio Accademico per le violiniste Donatella e Annastella Gibboni

La saga continua

Lode e bacio accademico per le gemelle violiniste di Campagna, Donatella e Annastella Gibboni figlie d’arte di papà Daniele, con il quale e il fratello Giuseppe hanno condiviso anche il Maestro, Maurizio Ajello, e di mamma Gerardina pianista. Abbiamo applaudito le ragazze in televisione per i virtuosismi circensi di cui sono capaci un po’ tutti nella loro famiglia, ma nella sessione autunnale, presso il Conservatorio Statale di Musica “G.Martucci” di Salerno, hanno saputo affrontare con serietà e fierezza il primo degli infiniti traguardi che sapranno tagliare nell’arte della musica, il diploma. Le due ragazze, appena sedicenni, hanno omaggiato la loro innata vena romantica eseguendo entrambe il concerto n°1 di Niccolò Paganini in Re maggiore op.6, impreziosito dalla cadenza creata da Emile Suaret, con il celebre Adagio noto come “aria di prigione”, ispirato da una scena drammatica di prigionia, in pratica un’aria d’opera affidata alla voce del violino. Nel Rondò spiritoso domina una delle specialità di casa Paganini: la melodia cantabile interamente eseguita su una sola corda (la quarta). Ma tutto il Concerto, in realtà, prevederebbe l’uso di un accorgimento insolito: un violino “scordato” (accordato cioè un semitono sopra) e quindi più brillante in virtù di una maggiore tensione delle corde, oggi superato dalle corde moderne. Oltre i capricci del genio genovese di prammatica, Annastella si è cimentata con il Concerto di Johannes Brahms, in Re maggiore op.77, con il suo primo movimento depositario di una grande ricchezza tematica, conforme alla idea di Forma Sonata, il lied tripartito per il lento e il trascinante rondò all’Ungherese per il finale, mentre Donatella ha proposto uno dei cavalli di battaglia per i più celebri virtuosi, programmato periodicamente in tutte le sale che contano, il concerto per violino di Petr Il’ic Cajkovskij. Non esiste violinista che non abbia in repertorio questo monumento. E non c’è pubblico, appena educato al repertorio colto, che non ne riconosca gli slanci lirici alla prima battuta, una delle pagine più funamboliche che siano mai state scritte per violino, e soprattutto nel primo e nell’ultimo tempo al solista sono affidati “compiti veramente trascendentali”. Ad Annastella e Donatella l’augurio da parte di Olga e dell’intera redazione di le Cronache per una brillantissima carriera internazionale, continuandosi a divertire, come hanno fatto fino ad oggi.