di Andrea Pellegrino
La Regione Campania dispone il sopralluogo alle Fonderie Pisano. Dopo le controdeduzioni inviate dalla proprietà all’attenzione del settore ambiente regionale dopo il provvedimento di sospensione dell’Aia (autorizzazione integrata ambientale) che di fatto ha chiuso le Fonderie, il dirigente Antonello Barretta ha accordato il sopralluogo sollecitando i dipartimenti di Salerno e di Avellino dell’Arpac ad accertare quanto scritto dall’ingegnere Mario Pisano e nelle relazioni allegate alla richiesta di riapertura dello stabilimento di Fratte. «La richiesta relazione di sopralluogo – scrive Barretta – dovrà evidenziare l’avvenuta completa ultimazione degli interventi e l’idoneità degli stessi per la rimozione delle criticità, condizione imprescindibile affinché l’installazione possa essere autorizzata a riprendere l’esercizio». L’urgenza, sottolinea il dirigente regionale – è «dovuta all’attuale sospensione dell’attività dell’installazione».
Dunque, se dovessero essere state superate le criticità – così come evidenziato dai Pisano – la produzione potrebbe ripartire da qui a breve. In attesa sempre di definire, poi, l’Aia oggetto di revisione sempre da parte della Regione Campania e di un ricorso al Tar (per la sola richiesta di Via) da parte della proprietà dello stabilimento.
Intanto, quanto alla delocalizzazione non mancano le polemiche. Un documento è stato prodotto dai sindaci della comunità montana del Tanagro – Alto e Medio Sele e del Comune di Caposele, che naturalmente dico no ad un eventuale ipotesi di delocalizzazione delle Fonderie, chiedendo l’istituzione di un tavolo permanente di consultazione. «Da circa venti anni a questa parte – si legge – il Sele-Tanagro e le aree industriali del Cratere sono state interessate da interventi di programmazione economica costantemente basati su un unico principio-chiave: la cooperazione istituzionale fra Enti locali, Provincia di Salerno, Regione Campania e Governo centrale. Sempre, le nostre realtà hanno scelto la strada del confronto istituzionale; un confronto magari aspro, ma sempre leale, che è il metodo attraverso il quale il Territorio ha compiuto passi in avanti, attirato investimenti, scongiurato decisioni ritenute errate o, talvolta, scellerate. Ed è nel confronto che siamo pronti a far valere le ragioni del nostro Territorio, del quale siamo rappresentanti legittimi».
Ancora dicono: «Nel processo, ormai ventennale, di rilancio delle aree industriali del Cratere, tutti i protagonisti istituzionali si sono impegnati a garantire la qualità ambientale dei nuovi insediamenti industriali. Un principio che, per quanto ci riguarda, resta fermo e fuori discussione. Così come siamo sempre pronti a lavorare per accogliere nuovi investimenti che portano sviluppo al territorio, restiamo contrari in linea di principio all’insediamento di imprese che, dati alla mano, dovessero risultare non del tutto sicure per la salute dei cittadini o prive delle necessarie certificazioni ambientali».